Come scegliere l’asilo adeguato: 7 requisiti che deve avere un nido di infanzia di qualità

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In questo periodo di precariato sotto tutti i punti di vista, scegliere l’asilo nido più appropriato è una scelta complessa.

Il tema dei maltrattamenti negli asili è delicato e spinoso e merita sicuramente un approfondimento appropriato. Vorrei iniziare ad avvicinarmi a questa tematica prendendo in esame il problema alla radice. Quali sono i requisiti che un asilo nido deve avere per garantire un alto livello di qualità?

Quando visitiamo una struttura dobbiamo osservare dettagliatamente alcuni particolari e fare domande specifiche alla coordinatrice per scegliere l’asilo nido più idoneo per i nostri piccolini.

  1. Una struttura valida. Il requisito base di un asilo risiede proprio nelle sue caratteristiche strutturali. Gli ambienti devono essere puliti, a misura di bambino, e gli spazi devono essere organizzati in modo da favorire lo sviluppo cognitivo. La struttura, secondo la norma UNI 11034, deve curare gli spazi e gli arredi in modo tale da garantire la sicurezza dei bimbi. Per quanto concerne gli spazi, essi devono essere organizzati anche ai diversi momenti evolutivi dei piccoli. Sono necessari spazi e servizi con caratteristiche differenti per le diverse età, sia nel rispetto di una determinata funzione (zona pranzo) e attività (spazi per il gioco, il movimento, ecc.). Inoltre bisogna fare attenzione al rispetto delle norme di sicurezza, come il controllo delle uscite di emergenza, l’aggiornamento degli estintori. Spesso ci dimentichiamo di questa area ma è un elemento assolutamente essenziale.Una caratteristica strutturale preziosa da sottolineare è l’utilizzo delle vetrate. Un nido di infanzia con ampie vetrate, porte, pareti e oblò a vetri, permette di aprire lo spazio educativo. Inoltre offre ai bimbi la possibilità di conoscere il proprio asilo, i volti di tutte le maestre, di tutti i bambini anche dietro al muro, infondendo così un grande senso di appartenenza e familiarità. questa apertura trasmette l’idea di un nido trasparente, dove in qualsiasi momento, i genitori e ispettori responsabili dei controlli periodici sono i benvenuti. Sfortunatamente sono ancora poche le strutture che adottano questa strategia architettonica.183095_102986089780920_4725607_n
  2. Formazione degli educatori. La preparazione è la base di qualsiasi azione pedagogica. Tuttavia con questa dicitura intendo la formazione non solo racchiusa nell’area della pedagogia ma anche in merito ai corsi di aggiornamento di vario genere, primo fra tutti il primo soccorso pediatrico. Un asilo che esegue numerosi corsi di formazione è una agenzia educativa attenta ad alzare la sua qualità con l’intento di migliorarsi e offrire un bagaglio di conoscenze più ampio ai suoi piccola grandi ometti e alle famiglie che gli danno fiducia.
  3. Adeguato rapporto educatrici-bambini in ogni momento della giornata. Ogni Regione ha una propria legislazione ma in linea di massima permane un certo livello di eterogeneità. La ricettività ottimale è quella che prevede tra i 20 e i 60 bambini per ogni asilo. Con un rapporto appropriato educatore/bambino che viene stabilito sia dal numero complessivo dei bambini per ogni gruppo, sia sulla base della fascia d’età. Il rapporto educatore/bambini all’interno dei nidi va da un minimo di 1 educatore ogni 4/5 bambini (per i bambini da 3 a 12 mesi), di 1 educatore ogni 8 bambini iscritti di età compresa tra i 13 e i 24 mesi, a un massimo di 1 educatore ogni 10 bambini (per bambini da 25 a 36 mesi). In presenza di bambini diversamente abili il rapporto operatore – bambino deve essere di 1 educatore per 1 bambino. Oltre agli educatori deve esserci del personale ausiliario addetto ai servizi quali la cucina e/o la pulizia dei locali. Il rapporto educatore/bambino non deve superare il limite consentito per garantire la totale sicurezza di ogni membro del gruppo, le corrette attenzioni a ciascun bambino e la piena realizzazione del progetto educativo adottato.
  4. Inserimento. Chiedete con che modalità viene progettato. Un elemento base di un buon nido è sicuramente la presenza fisica del genitore i primi giorni dell’inserimento. Ilaria Maggi, presidentessa dell’Associazione “La via dei colori” che si occupa di sostenere le vittime di maltrattamenti e abusi in strutture come gli asili nido, in un intervista ha affermato: Un cattivo inserimento non porta esclusivamente ad una scuola maltrattante, è anche vero che tutte le scuole maltrattanti avevano applicato un cattivo inserimento”. In base alla mia esperienza vi ho dato dei consigli su come eseguire un inserimento dolce, ma ricordatevi che in questa particolare situazione avrete modo di osservare maggiormente gli spazi in cui vostro figlio passerà la sua giornata, lo aiuterete a conoscere un nuovo ambiente per lui estraneo e soprattutto getterete le basi per un buon rapporto famiglia-educatori. Sfortunatamente molti genitori hanno un lavoro impegnativo che non consente loro di fare questo tipo di esperienza ma sappiate che in questo particolare momento si costruiscono le fondamenta per creare una vita serena all’interno della struttura. Diffidate caldamente da chi vi propone inserimenti veloci e soprattutto non vi chiede la presenza fisica in struttura.
  5. Progettazione educativa valida. La pianificazione delle tematiche che si affronteranno durante l’anno è un importante elemento da valutare. Solitamente un asilo nido, dopo un periodo di osservazione, sceglie una storia che li accompagnerà per tutto l’anno e attraverso la quale affronteranno vari concetti durante le attività. I laboratori che si possono effettuare sono molteplici come le aree da prendere in esame, ad esempio: la psicomotricità per lo sviluppo psico-motorio, la narrazione per affrontare le emozioni e il concetto di sé, il laboratorio musicale per lo sviluppo dell’area espressiva. Ad esempio l’attività di manipolazione di diversi materiali (pongo, carta, das) risponde a molti bisogni dei bambini, stimola la loro creatività, sviluppa competenze sensoriali, motorie, cognitive ed espressive, favorisce la coordinazione oculo-manuale e sviluppa la manualità fine. L’asilo nido è un’agenzia educativa a tutti gli effetti che mira alla crescita cognitiva-emotiva di ogni piccolo grande ometto che ne farà parte. Non accontentavi di un semplice Baby parking che vanno ultimamente tanto di moda.manipolazione_02
  6. Apertura mentale. Ultimamente diverse strutture decidono di aprire le porte dei nidi, fisicamente ed eticamente, alle famiglie. Si organizzano delle vere e proprie giornate aperte in cui, in momenti precisi e con le dovute cautele, i genitori possono passare delle ore con i propri figli. Come ho raccontato in “Pedagogia dei padri”, questi incontri hanno numerosi risvolti positivi. È un intervento che promuove la collaborazione tra la famiglia e la scuola. In queste occasioni si sperimenta la creatività come modalità per gestire la relazione con il proprio figlio, imparando anche a cooperare con le operatrici. Le strutture che organizzano corsi gratuiti per i genitori, momenti di condivisione si dimostrano aperte e trasparenti. Tale apertura è un requisito di notevole importanza che va sottolineato. Si parla spesso delle telecamere ma è necessario che siano i genitori in primis a vivere con il proprio bambino l’esperienza del nido di infanzia. Non si può delegare a qualcuno la sorveglianza dei nostri piccoli.
  7. Supervisione. Chiedete se per gli educatori è prevista una supervisione pedagogica. L’educatore è una professione meravigliosamente complessa in cui entrano in gioco numerose elementi, fra cui la componente emotiva. Per “risposta emotiva dell’educatore” intendo quello stretto legame che esiste tra i sentimenti personali di chi offre aiuto e i suoi concreti interventi professionali. La responsabilità è elevata ed è necessario avere uno spazio fisico e mentale dove poter riflettere sulle proprie azioni educative e stati d’animo. Nella supervisione, gli educatori riflettono sul significato dei propri interventi, sull’interpretazione ed elaborazioni degli eventi in modo tale che possano lavorare in totale serenità e sostegno dagli organi di competenza. Preoccuparsi della salute mentale degli educatori, significa prendersi cura del benessere dei nostri bambini. Spesso ci dimentichiamo come la qualità delle condizioni lavorative e la possibilità di esprimere la professionalità di un educatore abbiano conseguenze dirette sul benessere dei bambini.

Detto ciò posso solo augurarvi una buona ricerca!

Trovate un approfondimento di queste tematiche nel mio testo “Dalla parte dell’educazione”

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Annalisa Falcone
Sono un’educatrice e pedagogista. Non potrei immaginarmi a vivere felicemente senza questa meravigliosa e faticosa professione. Adoro leggere e la pedagogia è la mia passione più grande. Ho studiato e lavorato a Milano, Bologna e ad Alicante, piccolo e piacevole paese a sud della Spagna. Faccende di cuore mi hanno portato nel 2015 nell’affascinante Londra.

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