Se v’è per l’umanità una speranza di salvezza e di aiuto, questo aiuto non potrà venire che dal bambino, perché in lui si costruisce l’uomo.” Maria Montessori
Sappiamo bene che il metodo montessoriano è diffuso in tutto il mondo, soprattutto in Stati uniti, Olanda e Regno Unito. A Londra, le nursery Montessori sono molte e ormai inserite nell’ordinaria possibilità come servizio educativo. Quando ho deciso di lavorare in una nursery, la scelta è stata subito immediata. Volevo lavorare per un servizio di stampo montessoriano e mettere in pratica ciò che per tanto tempo avevo studiato sui libri dell’educatrice più famosa al mondo.
Così ho inviato i cv e cover letter alle nursery che mi sembravano in linea con la mia idea educativa.
Rispetto all’Italia, qui la selezione del personale passa attraverso un lungo colloquio (il mio è durato 2 ore e mezza) e una giornata di trial, ovvero una prova.
Bisogna fare una precisazione, almeno per le nursery che ho conosciuto personalmente per collaborazioni esterne o giornate di prova. La maggior parte di esse non seguono l’approccio nella sua interezza, perché in UK bisogna fare riferimento anche all’Ofsted, l’organo statale che si occupa di giudicare i servizi educativi in tutta la nazione.
Per questo, si seguono anche le direttive del Early Years Foundation Stage con precise linee guida e parametri differenti dalla filosofia montessoriana.
La via di mezzo fra questi due metodi viene realizzata con la presenza, in tutte le stanze, delle montessori Teachers. Insieme alle altre insegnanti, collaborano per raggiungere uno stile educativo equilibrato.
Differenze con la realtà italiana
La prima differenza riguarda l’età di riferimento. Il sistema scolastico inglese ha un’organizzazione diversa rispetto alla nostra. I bambini possono iniziare la nursery a partire dai 3 mesi e terminano il loro percorso a 4 anni. La divisione delle classi avviene per età:
- Babies (3 mesi – 1 anno e qualche mese)
- Toddler (da 1 anno e mezzo ai 2 anni e mezzo)
- Pre-school (2 anni e mezzo – 4 anni)
Un’altra differenza riguarda l’archittettura. Molte scuole si trovano all’interno delle classiche case vittoriane inglesi. Sono delle case con diversi piani, ogni stanza ha una sua funzione precisa.
Policy aziendale
Le nursery sono tutte private, sono delle aziende con una propria policy. Ci sono regole che delineano in modo dettagliato il metodo educativo adottato, e ogni sfaccettatura della vita all’interno della nursery. Non riguarda solo i bambini ma anche ogni singola persona che collabora con il servizio: genitori, staff, volontari e manager. Per ogni situazione particolare (malattie, pericolo di abusi, cambiamenti importanti) ci sono delle istruzioni ben chiare che tutti devono rispettare. In ogni nursery ci sono moltissime persone per cui, il rispetto delle regole è essenziale tanto quanto la supervisione reciproca.
La policy regolamenta anche il codice etico e di comportamento, che ogni membro dello staff deve seguire. Anche in materia di rispetto per le diversità.
Qualsiasi azione discriminatoria è vietata e richiamata formalmente attraverso un’azione disciplinare grave.
Una regola abbastanza trasversale nelle nursery londinesi riguarda il divieto assoluto di portare il telefonino in classe. Si lascia nell’ufficio della manager.
Multiculturalità
La meraviglia di vivere e lavorare in una metropoli è la sua multiculturalità. Insegnanti e bambini provengono da qualsiasi parte del globo. Ci sono bambini con i capelli scuri, chiari, con i riccioli, con gli occhi a mandorla, alti e bassi. Poster come questo, sono l’ordinarietà nelle nursery inglesi.
Io ho solo 4 colleghe inglesi su un totale di 19 membri dello staff. Nessun pregiudizio, nessun stereotipo culturale. Ogni persona porta un pizzico della sua cultura all’interno del posto di lavoro.
Ho alcune colleghe che indossano il velo perchè musulmane. Nessun genitore ha mai avanzato delle polemiche in merito. Qui è la norma.
Lavorare in una città dove i bambini imparano in un clima così aperto è stimolante e piacevole. Per loro avere delle teachers con il velo o che non parlano con un estremo accento British è la pura normalità, non fanno domande. Durante il circle time mattutino, può capitare di cantare canzoni straniere e non solo in inglese. Una mia collega canta sempre una canzone africana di quando era piccola, i bambini l’adorano. Questo è un valore prezioso che le nursery qui sottolineano e valorizzano.
Condividere il posto di lavoro con persone che arrivano da tutto il mondo, è uno degli aspetti positivi di vivere a Londra.
Noi teachers, oltre all’inglese, possiamo parlare anche la nostra lingua con bambini che provengono dal nostro stesso paese.
Spesso, alcune colleghe mi chiedono aiuto con i bambini italiani e spagnoli per trasmettergli alcuni messaggi. All’inizio ero incredula, evitavo di parlare italiano per far in modo che tutti potessero ascoltare ciò che dicevo ai bambini, ma dopo poco ho capito davvero l’importanza di parlare più lingue all’interno dello stesso servizio. Non solo con i bambini, ma anche con i genitori che, spesso appena arrivati, non parlano bene l’inglese o con i nonni in vacanza.
Insomma W la multiculturalità.
British values
Una delle miliardi di domande che mi hanno fatto al colloquio riguardava i british values. “Conosci i valori britannici e in quale modo li adopereresti nella pratica educativa?”. L’espressione di perplessità del mio volto, credo sia stata davvero notevole. Con tutta sincerità (e tantissima vergogna) ho detto che non conoscevo questi valori, ma che ero sicura fossero gli stessi che dovrebbero essere trasmessi in qualsiasi nazione. Ovvero: il rispetto per gli altri e delle diversità, la democrazia, la libertà di scelta.
Rullo di tamburi: avevo risposto correttamente alla domanda.
I british values sono dei valori su cui l’educazione inglese fonda le proprie basi educative.
Precisamente sono: democrazia, libertà, rispetto della legge, responsabilità e tolleranza. Cartelli come questi ci sono in tutte le nursery e scuole britanniche.
Dopo questa chiacchierata con il mia futura manager, ho approfondito la questione. In tutti i luoghi pubblici e servizi come ospedali, studi medici, ci sono delle direttive che riguardano la completa adesione a questi valori. Sono la loro punta di diamante.
Gentle words
Una caratteristica che amo degli inglesi è la gentilezza, la loro cordialità, insomma l’essere sempre così “polite”, politicamente corretti in ogni occasione.
Nessuno urla, alza la voce, si pone nei bambini con aggressività. N E S S U N O.
Noi teacher siamo obbligate ad utilizzare e insegnare le famose “gentle words”, le parole gentili. In caso un bambino stia compiendo un’azione sbagliata si dice “No thank you”, “No grazie”, e non semplicemente “No” o “Non farlo”. Rispetto alla realtà italiana più casinista (concedetemi il termine), qui l’educazione è gestita in modo più sereno. Anche dal punto di vista linguistico.
Organizzazione dello spazio
L’ordine fisico è una caratteristica essenziale per una nursery. Soprattutto in una di stampo montessoriano. Sappiamo bene quanto avere uno spazio ordinato faciliti e influenzi anche l’ordine mentale. Il metodo montessori si basa sulla libertà di scelta dei bambini, che non si traduce nel fatto che i bambini fanno ciò che vogliono, ma che l’ambiente è studiato e preparato in modo che loro possano, all’interno di una serie di regole, scegliere cosa fare.
I materiali sono organizzati in modo preciso ed evidente. Ci sono vari cassetti con delle etichette che spiegano il contenuto. Sono colorate e alla portata dei bambini, in modo che siano autonomi nella gestione degli strumenti a disposizione.
In ogni classe ci sono dei lavandini ad altezza bambini in modo tale che imparino ad essere autonomi a lavarsi le mani, piatti, bicchieri o materiali usati nelle attività. Ci sono anche scope, strofinacci e grembiuli appesi a disposizione di chi, autonomamente, deciderà di farne uso.
Si fa pratica della vita reale.
Ogni classe è divisa in varie aree.
Vengono utilizzati degli scaffali bianchi bassi, con la possibilità per i bambini, di vedere i giochi organizzati con un certo ordine e poter decidere con cosa giocare in autonomia.
Gli scaffali sono divisi secondo le 5 aree montessoriane:
- Practical Life (vita pratica)
- Sensorial (Area sensoriale)
- Math (matematica)
- Literacy (linguaggio ma tutto ciò che riguarda le lettere e il saper comunicare)
- Understanding the word (l’area culturale)
Nella sezione “practical life”, ci sono diversi puzzle di legno con all’interno anche delle parti per esercitarsi ad abbottonare i bottoni e allacciare cerniere. Scarpe di legno per sperimentare ad allacciarsi le scarpe. Viti, vasi con fiori di stoffa, piccole caraffe di vetro per fare dei travasi con l’acqua. Si allena la motricità fine, a prendere confidenza con le proprie capacità e a credere in esse.
Si cerca di rendere indipendenti i bambini il più possibile. Gli si insegna a prepararsi la colazione, a tagliare la frutta, a lavare il proprio piatto e il tavolo su cui mangiare e lavorare.
Si lavora molto sulla capacità di sapersi vestire, in particolare mettersi il cappotto e indossare le scarpe da soli.
Si propongono attività quotidiane, in modo che il bambino sia capace di far fronte a varie situazioni.
L’area sensorial è dedicata ai peluche, bambole, per esercitarsi con differenti materiali (morbido/ duro), legno/stoffa ma anche qualità come peso, colori, le misure, i gusti.
Math è dedicata alle forme geometriche, alle card con i numeri, e tutto ciò che concerne il contare e le misure di grandezza.
La possibilità di concretizzare i concetti astratti è una grande risorsa del materiale montessoriano.
La Literacy è l’area dedicata al linguaggio ovvero la base della vita sociale che il bambino “assorbe” dall’ambiente. Qui troviamo le lettere smerigliate, la lavagna di sabbia ma anche una buona organizzazione dei colori e fogli. Tutto sempre per incoraggiare i bambini a far da soli e non chiedere sempre all’insegnante l’attività che vuole svolgere.
Nell’area culturale, che in inglese viene tradotta come “Understanding the world” ovvero “comprendere il mondo”, ci sono una serie infinita di risorse: pigne, sassi, vecchi pc, mappamondi, lenti di ingrandimento, conchiglie. È una sezione che si concentra su tutto ciò che ci circonda e si può conoscere per ampliare le conoscenze relative all’ambiente e alle persone attorno a noi.
Poi c’è ovviamente anche il reading corner – “angolo della lettura” dove si trovano cuscini, coperte, poltroncine, oltre alle classiche librerie stile montessoriano che facilitano la scelta e visione dei libri.
Normalmente non c’è un’aula adibita a mensa, si mangia in classe. I bambini apparecchiano, sparecchiano, si servono da soli cibo e acqua, aiutano le insegnanti a pulire a fine pasto.
Una delle prime differenze che ho notato riguarda la disponibilità così varia dei materiali: sabbia, acqua, schiuma da barba, farina, terra, brillantini, colla Ad esempio la vasca con la sabbia, ha anche le relative formine, paletta e secchiello, quella con l’acqua per far navigare delle barchette, far il bagno alle bambole o lavare i giochi.
Si può sperimentare e toccare con mano ogni giorno superfici differenti.
Outdoor education
Si trascorre molto tempo in giardino che è considerato un luogo di apprendimento super importante. Per questo strutturato ed organizzato con attenzione.
Non c’è un brutto meteo ma solo un abbigliamento sbagliato, per cui cappuccio sulla testa e si gioca in giardino.
Se non si ha la disponibilità dell’erba, spesso viene utilizzato uno specifico materiale di gomma invece del cemento. Cosí da evitare pericolosi incidenti in caso di cadute ma può diventare anche un valido strumento di apprendimento.
In una nursery montessoriana c’è sempre un’area dedicata al giardinaggio, con tutti gli strumenti necessari che occorrono. È un’attività presa molto seriamente, per cui attrezzata di tutto punto.
Organizzazione della giornata
Ogni nursery ha dei tempi da rispettare, o meglio dire una routine da seguire fatta di orari e pause dettata dall’età dei bambini e dalle loro esigenze. Ogni settimana viene presentato un nuovo tema da presentare e su cui discutere insieme o proporre alcune attività. Ad esempio, durante la settimana dedicata all’autunno, gli esercizi con i numeri venivano effettuati con foglie gialle e pigne.
Il circle time dell’intera classe rientra in questa routine.
È un momento importante di apprendimento quotidiano che si svolge almeno 2 volte al giorno. Si saluta ogni membro della classe, si da il buongiorno, si discute delle regole della classe, del tema della settimana, si ripassano numeri, lettere e un sacco di altre attività.
Escludendo il circle time, i bambini hanno la libertà di scegliere l’attività che preferiscono. Noi insegnanti mostriamo ai bambini come si utilizza un determinato materiale (ad esempio l’esercizio di infilare le perline nella stringa della scarpa) e trasmettiamo l’importanza di mettere in ordine dopo aver usato un oggetto speficio: sedia, letti dopo la nanna, l’attività. Il rispetto per l’ordine è davvero essenziale.
Le canzoncine rientrano tra i metodi utilizzati nella gestione della giornata. Ci sono canzoncine per tutto: mettere in ordine, fare il circle time, augurare la buona giornata, stimolare il “quite mood”.
Il rapporto educatore – bambini è cosí organizzato:
- Per i bambini dai 3 mesi ai 2 anni, un educatore ogni 3 bambini.
- Dai 2 ai 3 anni, un educatore ogni 4 bambini,
- Oltre i 3 anni, un educatore per 8 bambini.
Montessori teachers
La filosofia montessoriana è seguita attraverso la presenza delle Montessori teachers, ovvero del personale con uno specifico master montessoriano. Il loro compito è quello di promuovere la visione montessoriana e i suoi obiettivi all’interno della classe.
Collaborano con le teaches per integrare e implementare la modalità educativa utilizzata, seguono lo sviluppo di ogni bambino nelle varie aree e si occupano della cura e del corretto mantenimento dei materiali usati.
Un aspetto molto importante è il training che fanno a tutte le insegnanti. Ogni giorno insegnano a loro come si utilizzano i materiali, la modalità con cui proporli, come approcciarsi a determinate situazioni.
La collaborazione fra educatrici e questa figura è essenziale per la serenità della classe, è una guida e non un capo come si potrebbe immaginare. Da delle direttive creando un clima positivo e collaborativo con tutto lo staff. Discute, si confronta con loro, segue la routine della classe e aiuta anche nelle altre mansioni tipiche di un’educatrice di una nursery.
Key person
Ogni bambino ha una key person di riferimento, ovvero un’educatrice responsabile della cura e del suo sviluppo in tutte le sue sfaccettature. Gestisce i rapporti con la famiglia, pensa alle attività specifiche, si occupa della sua igiene e del suo apprendimento. Ogni bambino è una persona speciale e unica, ha un proprio percorso individuale e l’educatrice si relaziona con ognuno singolarmente. Non ci sono le classiche attività di gruppo di una normale scuola dell’infanzia italiana. L’educatrice può organizzare qualcosa a piccoli gruppi ma il percorso preferenziale è quello personale. La key person si occupa anche di registrare attraverso delle foto e di compilare un report settimanale attraverso una specifica app sull’ipad o un diario personale. Quasi tutte le classi, dispongono di alcuni iPad per fare le foto o completare i report durante i momenti più tranquilli.
Per questo, è così importante essere la key person di un bambino.
Relazioni con la famiglia
Una buona relazione con la famiglia è uno dei capisaldi dell’educazione in UK.
I genitori hanno un potere forte che si concretizza con i complain. Dei richiami formali che vengono presi molto seriamente dalle nursery e scuole (forse anche troppo) che adottano spesso delle misure correttive per venire incontro ai genitori. Possono essere per svariati motivi: dalla non condivisione del metodo educativo adottato, alla delusione di aver rovinato dei pantaloni con della tempera. Davvero di tutto, anche per i motivi più futili. Per evitare questi episodi e stringere una solida relazione con la famiglia, vengono organizzati spesso degli eventi.
Ad esempio: tutti i venerdì mattina i genitori sono invitati la prima mezz’ora per leggere una storia al loro bambino in classe, pic nic estivi, giornate particolari a tema.
Durante gli inserimenti si cerca di parlare il più possibile con la famiglia o meglio dire con i papà che qui in Uk sono la maggior parte a seguire questo periodo così delicata.
Pasti
Un’altra differenza sostanziale è nei pasti. Si fa una colazione abbondante con pane e burro, cereali e latte, ci sono vari snack di frutta durante la giornata, di cui l’ultimo alle 5 con il cetriolo (i bambini ne vanno pazzi). Il menù varia ogni settimana e si sperimentano cucine culturali, dalla pizza, alla paella, curry, fajita. Insomma, davvero di tutto.
Noto inoltre le poche lamentele sul cibo da parte dei bambini. C’e’ il solito “Non mi piace” ma rispetto al contesto italiano, qui i piccolini mangiano tutto senza problemi. Verdure e frutta comprese.
Con il fatto che qui la cucina non è una tradizione culturale, i bambini sono meno selettivi e divorano qualsiasi cosa venga proposta.
Oltre al pranzo, il tea è un altro momento importante. Come orario potremmo paragonarlo alla nostra merenda ma qui è come se fosse un secondo pranzo/ una cena: pasta, frittata, pizza, zuppa, fagioli. Questo accade perché gli orari per i bambini sono differenti. Alle 5 si cena, alle 7 si va a letto per avere una buona dose di sonno per il giorno successivo.
Staff
Lavorare nelle nursery può prevedere una serie di compiti aggiuntivi rispetto all’Italia. Dipende molto dalla policy aziendale. In alcune, si lavano i piatti dei bambini, si mantiene pulita l’aula è questo significa anche far la polvere e pulire per terra. Le mansioni specifiche variano dagli asili ma le linee guida sono abbastanza universali su questo punto.
Il personale è sempre qualificato, e tutte le aziende pagano anche dei corsi aggiuntivi riguardanti la sicurezza, o specifiche aree di interesse.
È molto comune avere una divisa. La mia si struttura con una semplice polo blu con il logo (per esigenze di policy aziendale ho dovuto coprirlo), pantaloni neri e scarpe nere o blu ma ora, almeno dove lavoro io, sono abbastanza flessibili e di solito indosso le mie scarpe rosse.
Abbiamo delle regole anche per trucco, parrucco e accessori. Non dobbiamo indossare nulla che ostacoli la relazione con i bambini o che li possa mettere in pericolo (collane lunghe, orecchini particolari e pesanti). Parrucco sobrio, ma sono “limitazioni” non eccessive. Alcune mie colleghe hanno i capelli verdi o rosa acceso e nessuno ha mai vietato tinte di questo tipo. Generalmente, nella policy aziendale delle nursery ci sono delle direttive anche sul trucco. Deve essere naturale, niente di troppo evidente.
Per poter lavorare nelle nursery londinesi, ho dovuto passare per il Naric, l’istituto che si occupa delle traduzioni dei titoli accademici in UK. Ho raccontato meglio questo procedimento qui.
È quel tipo di esperienza che mi ha aperto orizzonti nuovi, mi sta permettendo di conoscere una parte di ciò che per tanti anni ho solo intravisto dai libri. Più conosco il metodo e più comprendo alcune sue imperfezioni. Ad ogni modo, trovo desolante che come italiana, mi sia dovuta trasferire in un paese straniero per comprendere l’approccio montessoriano nel modo più ampio e concreto. Insomma ne vale la pena ma dovremo combattere un po’ di più per includere il metodo nelle nostre classi. Non un bene di elite riservato a pochi fortunati.
Mi piace l’idea di un approccio globale che integri il pensiero, i pilastri dell’approccio Montessoriano all’interno della scuola tradizionale, in una contaminazione volta a migliorare l’offerta educativa generale.
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Mi è piaciuto molto e ho trovato spunti interessanti nel Tuo articolo. Ciao e buon lavoro. Adelaide Macario