Secondo giro per me alla Bologna Children’s Book Fair, ovvero la fiera internazionale dedicata alla letteratura dell’infanzia. L’anno scorso ero riuscita a fare una fuga in giornata, con tanto di volo all’alba da Londra ma era stata un’esperienza meravigliosamente massacrante. Quest’anno ho preso una settimana di ferie e programmato tutto.
È una fiera dedicata agli addetti ai lavori e gli anni passati davano agli insegnanti ed educatori la possibilità di acquistare un biglietto ad un prezzo speciale. Da questa edizione, hanno eliminato questa opportunità ma da testarda e super appassionata, ho acquistato l’abbonamento per due giorni a febbraio ad un prezzo lievemente scontato. Agenda pronta con gli appuntamenti da seguire e incontri evidenziati con largo anticipo.
Cosí, martedi è stato il giorno in cui mi sono immersa nei libri, nei saluti e chiacchiere fra gli stand.
Appena entrati e oltrepassato il muro della speranza (impossibile non dargli questo nome), in cui gli illustratori possono attaccare i propri lavori e contatti per farsi conoscere, si passa alla loro mostra.
La Mostra Illustratori propone un’ampia scelta di artisti di diverse culture, creando una vetrina internazionale unica delle ultime tendenze dell’illustrazione per ragazzi. Insomma, la bellezza trasformata in immagini.
Reza Delvan, “The hero family”, Iran
Michela Fabbri, “Vita da capibara”, Italia
Kalina Muhova, The Balcony, Bulgaria
Dopo la prima ora in cui gli occhi si riempiono di meraviglia, raggiungo gli stand. La fiera è a dir poco affascinante ma il pericolo “folla” e confusione è davvero dietro l’angolo di ogni corridoio. Non sono stata brava ad immortalare le novità ma voglio mostrarvi ciò che mi ha colpito di più. Senza osservare l’anno di pubblicazione. Prima fermata, stand Terredimezzo e “L’arcobaleno del tempo” di Jimmy Liao. Il fascino delle sue illustrazioni è sempre elevato, sfogliate una copia in libreria, lo amerete.
Da Kite edizioni, mi colpisce “Quando un elefante si innamora”, è un libro del 2014 ma non lo conoscevo. È dolce e delicato con illustrazioni espressive e pulite. Per adulti e piccini.
Camminando fra gli stand trovo l’editore spagnolo Nube Ocho, in particolare da Madrid. Sfoglio alcune sue pubblicazioni e sono tutte deliziose. In particolare “Un grande aiuto”. La storia di un tasso che ha perso il suo orsacchiotto di peluche ed è molto triste. Il suo amico Orso lo aiuterà a ritrovarlo. Insieme cercheranno nel prato, tra i cespugli, nel lago…con un finale dolcissimo. Illustrazioni simpatiche e delineate.
Dello stesso editore, segnalo anche il “Nè acqua né pane”. Due popoli separati dal filo spinato con scarsità di acqua e di pane:
“Mi dispiace, l’acqua è nostra.”
“Mi dispiace, il pane è nostro.”
Un progetto in collaborazione con Amnesty International Italia per la difesa dei diritti umani. La casa editrice dona 1 euro per ogni copia venduta.
Di solito, i grandi stand come quello di “Valentina Edizioni” non richiamano la mia attenzione ma da lontano avevo intravisto una copertina che mi aveva incuriosito. Tempo 5 minuti e mi ero già innamorata.
È la storia di Lucas, un bambino che desiderava volare. Era il suo sogno più grande ed anche il più difficile, fino a quando sua mamma mise un libro nelle sue mani.
Illustrazioni che ti fanno entrare nel racconto, una storia che ho amato leggere.
Tra appuntamenti in calendario, immersione nei libri, saluti e chiacchiere di corridoio mi perdo fra gli stand e trovo le nuove edizioni di Harry Potter, con illustrazioni rinnovate.
Mi fermo nello stand della Cina, l’ospite d’onore di quest’anno e capisco quanta importanza do alle parole, provo a farmi trasportare solo dalle immagini ma non è semplicissimo. Lo ammetto, con una traduzione dei testi sarebbe stato più facile.
Il tempo scorre ed è arrivato il momento del pranzo sociale con Lorenzo e Roberta, meglio conosciuti come “La tata maschio” e “T-rex a pois”. Perdersi tra la frenesia della fiera è facile, avere un momento di chiacchiere per mangiarsi un panino guardandosi in faccia in compagnia è sempre piacevole.
Saluti veloci, zaino su e si corre all’evento a cui tenevo molto, ovvero quello della pedagogista milanese Francesca Romana Grasso. Arrivo tardi, sala stracolma e dal corridoio non si sente nulla. Peccato, mea culpa.
Per cui altro giro fra gli stand. Mi perdo nei corridoi degli editori stranieri, mi fermo a leggere alcune storie che non conoscevo della collana “Sottosopra” di Giralangolo, ideata per promuovere un immaginario alternativo attraverso libri illustrati espressamente orientati al principio dell’identità di genere e di interscambiabilità dei ruoli maschili e femminili. I protagonisti di questi libri sono bambine e bambini, donne e uomini, liberi di agire, pensare e comportarsi senza vincoli legati al proprio sesso biologico di appartenenza. Ve ne parlerò presto.
Inoltre ho potuto leggere anche la loro ultima uscita, la collana Bambini nel mondo che risponde alla super domanda “Cosa succede nel mondo?” ,”Quando si è poveri? , “Quando si è diversi?”.
Quattro libri illustrati con cura dei dettagli, aiutano i bambini a comprendere guerre, rifugiati, immigrazione, razzismo. Con un linguaggio semplice e chiaro, trattano i problemi e i fenomeni di crisi così attuali con delicatezza e sensibilità dei giovani lettori. In fondo ad ogni libro ci sono ampie pagine dedicate a quello che ognuno di noi può fare per aiutare chi ne ha bisogno, insieme a un elenco di contatti di ONG e associazioni umanitarie e un glossario dei termini più impegnativi da comprendere. Adatti dai 6 anni di età.
Al termine di un padiglione c’è la mostra di Gianni de Conno, immagini potenti e grandi quanto la sua bravura. Fermarsi è un obbligo.
Giornata lunga e si torna a casa con una borsa di tela stracolma di cataloghi, biglietti da visita e pure un paio di libri.
Giorno due, sempre mattiniera perché voglio fare un giro fra gli stand prima delle conferenze. Mi fermo a parlare con gli editori di Settenove, una piccola casa editrice che adoro. La mia libreria ha praticamente tutti i loro testi ed ho già comprato la loro nuova pubblicazione “Una savia bambina. Gianni Rodari e i modelli femminili”.
Conoscete la mia battaglia contro gli stereotipi di genere e, per questo ero molto interessata a questa rilettura e analisi dei testi di Gianni Rodari con riferimento al tema dell’equilibrio di genere. Un fil rouge che ha attraversato tutta la sua produzione letteraria e che ha dato vita a personaggi femminili di spessore e, soprattutto, a narrazioni di qualità.
Le eroine a cui ha dato vita (Atalanta, Alice cascherina, la valletta Sabina e tutte le altre) costituiscono un modello positivo tanto per le bambine quanto per i bambini. Sono bambine sportive, principesse imprenditrici e bambole anticonformiste: donne e bambine curiose, intelligenti e schiette, coraggiose e piene fiducia nelle proprie capacità.
Tappa obbligatoria anche per lo stand di Uovonero. Vi avevo parlato della loro collana “I libri di Camilla” (Collana di Albi Modificati Inclusivi per Letture Liberamente Accessibili), albi illustrati di successo dei principali editori italiani per l’infanzia ripubblicati in una versione in simboli WLS.
Quest’anno hanno presentato la collana “Pesci parlanti”, composta da fiabe tradizionali per l’infanzia, in una versione illustrata e con il testo in italiano, accompagnato dai simboli PCS (Picture Communication Symbols) utilizzati nella Comunicazione Aumentativa Alternativa. Destinate a tutti i bambini che hanno voglia di leggere e, per qualche ragione, faticano a farlo. La collana è realizzata in un particolare formato per facilitare la lettura e la manipolazione: libri robusti, in cartone rinforzato, con l’inconfondibile sagomatura delle pagine che li rende facili da sfogliare. L’ottavo titolo della collana è “Il brutto anatroccolo”, nella versione in simboli PCS curata da Enza Crivelli, con le bellissime illustrazioni di Arianna Papini.
Inoltre, della stessa casa editrice, vi segnalo anche “La bambina che andava a pile” opera prima di Monica Taini, sorda dalla nascita: un albo delicato e coraggioso racconta cosa significa crescere e ricercare la propria identità in un mondo senza suoni. Per Monica comunicare non è come per gli altri: è nata sorda e vive in un mondo silenzioso, che solo grazie alla protesi acustica e alle batterie che l’alimentano può riempirsi di suoni. Lei comunica anche in molti altri modi, ed è quello che a volte agli altri passa in secondo piano: una persona.
Con pochi tratti, in tavole caratterizzate da un evocativo bianco e nero a forti contrasti, Monica Taini racconta la propria sordità in modo tanto semplice e diretto quanto delicato e poetico.
Le lancette del tempo trascorrono in super velocità e mi tocca decidere fra due incontri che mi interessano ma sono in contemporanea. Seguo l’istinto e scelgo quello di Carthusia edizioni dal titolo “Nella diversità, tante storie coraggiose”. Conoscete la mia indole verso la letteratura che tratta di disabilità e qui entro in un piccolo mondo fatato. Non potevo aspettarmi diversamente dalla casa editrice di “Mia sorella è un quadrifoglio”. Approfondirò nel dettaglio cosa è stato detto in questo incontro in un articolo ma per ora voglio lasciarvi le immagini della “La storia di Topolina”.
Insomma ne vale la pena
Il tempo di godersi un po’ di sole nei piccoli spazi all’aperto e si corre al secondo incontro. Quello che attendevo da tempo. Quello con Beatrice Alemagna. Sala gremita nonostante i 45 minuti minuti di anticipo, mi siedo per terra in un angolo. Sono davanti alla sua scrivania, di lato ma vedo e sento benissimo. Ha raccontato com’è nata la sua passione per il disegno, soffermandosi su alcuni aneddoti della sua infanzia. Ha parlato delle richieste differenti degli editori stranieri e spiegato come nei suoi libri ci sia una una continua scoperta fatta di tensione, delusione, disgusto e sperimentazione di qualcosa di nuovo, di diverso, da cui si possono leggere vari pensieri e punti di vista.
Ero incantata dal suo modo elegante ed intelligente di raccontare la sua creatività. Avrei passato tutto il giorno ad ascoltarla. Sempre gentile si rende disponibile anche ad un firmacopie improvvisato. Io tremante le porgo la mia copia del mio libro preferito “Il meraviglioso cicciapelliccia”, lei lo firma. Solo questo momento vale la trasferta Londra-Bologna.
Incredula, mi catapulto al terzo incontro, mi tocca ancora decidere. Vado a quello organizzato dal Reggio Emilia Centre sui “I cento linguaggi dei bambini”. Raccontano di alcuni progetti effettuati nelle loro scuole. Inizio interessante, noioso e ripetitivo dopo 45 minuti.
L’edizione di quest’anno ha fatto una menzione speciale all’autrice di una delle prime bambine femministe al mondo, ovvero Astrid Lindgren, la mamma di Pippi Calzelunghe. Nello stand dedicato, ho visto un breve documentario e osservato le varie edizioni della mitica Pippi. Per un attimo, sono tornata a Stoccolma a casa della bambina dai capeli rossi. Astrid Lindgren ti mostra sempre il punto di vista più motivazionale del tuo essere, e quel “Non ci ho mai provato prima, quindi penso potrei esserne capace” letta su uno dei tanti padiglioni della fiera, mi da la forza di credere un po’ di più nei miei sogni.
Alla Bologna Children’s Book Fair c‘è sempre la sensazione di non aver visto abbastanza, incontrato a sufficienza, letto tanto e osservato ancora di più. Ciò che mi piace di questa manifestazione è l’attenzione che una molteplicità di persone pongono all’infanzia. La cura ai particolari, alle parole da usare, lo studio dei colori per evocare dei messaggi, la ricerca delle forme per raccontare delle storie.
È come una riunione di vecchi amici, i ragazzi giovanissimi con il loro portfoglio gigante quanto le loro ambizioni, le file km coraggiose, le strette di mano piene di curiosità e gli occhi felici. L’atmosfera che si respira è quasi inspiegabile, le espressioni sono gioiose, nei cortili esterni la gente si toglie le scarpe, tira fuori dallo zaino un panino o anche soltanto guarda nel vuoto, sperando di trovare nuove energie per ributtarsi dentro, tra tutti quei libri.
È il luogo in cui puoi incontrare gli autori e l’attimo dopo avere di nuovo 6 anni con le illustrazioni di Dami editore e il suo tenerissimo Teddy.
Perchè i padiglioni sono enormi e perdersi è sempre una tradizione ma essere circondati da storie e poster di illustrazioni enormi e magiche sembra essere quasi una fortuna.
Le chiacchierate con delle bibliotecarie del sud d’Italia, con la direttrice di una casa editrice, di discorsi elevati con una ragazza americana e incontrare alla fila per un caffè Jimmy Liao e la sua espressione simpatica.
Questi padiglioni mi ricordano come la meraviglia possa essere creata e costruita con impegno, competenze e gioia. Come quella che mi porto dietro aspettando l’edizione del prossimo anno.
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Alla cortese attenzione di Annalisa Falcone. Avendo avuto modo di vedere, e quindi apprezzare il suo progetto, le lascio alcuni riferimenti biografici alla mia realtà. Per qualsiasi supporto, da parte mia gratuito non esiti a contattarmi. Paolo Danesi [stilista] fondatore e ideatore [oggi titolare] di Zenopen Snc [brand] che nacque con l’intento, dopo una lunga ricerca nell’arte mediale a Bologna anni 80-90, quando vi erano protagonisti quali Andrea Pazienza, e K.Haring [ospite da New York] di “sdoganare” [Zenopen Snc] un’arte che si era fatta “mercato” e nicchia, avvitandosi su se stessa. http://www.zenopenart.it [in rivisitazione] e i Social [da costruire.Non sono ufficiali] per una gradita sinergia, le ho lascio anche un recapito mob 389 5734737 [per eventuale gradito dialogo] Complimenti per il suo lavoro e l’impegno che vi mette, a cui va tutta la mia solidarietà. Cordialmente. Paolo Danesi