Romanzi d’estate: letture per gli educatori in vacanza

Dopo mesi di progettazione, attività, turni, riunioni, si vivono i mesi estivi con un sacco di fatica nel nostro zaino. È anche uno dei periodi in cui si ha un tempo maggiore per leggere e trovare una via di mezzo fra letture estive e di approfondimento, non è una facile impresa.

Per questo ho pensato di darvi dei suggerimenti che sposano la causa in pieno. In estate, io arrivo così stanca che quasi mi impongo di non leggere nulla che si riferisca all’ambito educativo. In realtà mi ritrovo spesso fra le mani storie che raccontano di relazioni in contesti particolari e l’educazione è sempre una bellissima cornice da ritrovare.

Per questo, qui non menziono manuali, o saggi. Qui ci sono solo storie che meritano di esser ascoltate.

La radice quadrata della vita

“Nell’insieme dei numeri reali, puoi calcolare la radice quadrata solo di quantità positive o uguali a zero. Immaginandno la vita come la quantità sotto radice, l’augurio significa questo: se riesci ad andare in profondità dentro te stessa e a trovare la tua radice, tutti si presenterà positivo. È cosí che bisognerebbe affrontare la vita. Anche la matematica può aiutarti a stare meglio, sai?”

L’autrice di questo romanzo è una quasi una collega, una professoressa di matematica e fisica. Qui non poteva non narrarci il mondo della scuola, ed in particolare la storia di Bianca, una giovane supplente alla sua  prima esperienza di insegnamento, e di Donatella, una energica professoressa vicina alla pensione. La prima insegna italiano, la seconda la tanto odiata matematica, e proprio qui scatta la scintilla del romanzo.

Si racconta come questa materia che spesso ci fanno odiare, in realtà ci aiuta nelle scelte, attraverso il ragionamento logico, ed è per tutti ‒ al di là degli stereotipi che inducono a credere che sia solo per persone particolarmente capaci ‒ ma sono necessari allenamento e continuo esercizio, per la mente ovvio! Tutto condito attraverso le loro storie familiari, con le giornate scandite dalle lezioni e i tanti dubbi che assillano le due insegnanti.

L’autrice  collabora con università e centri di ricerca, nel 2017 è stata considerata tra i 10 migliori insegnanti italiani secondo l’Italian Teacher Prize, nel 2018 è stata selezionata dalla Varkey Foundation tra i 50 finalisti del Global Teacher Prize, premio internazionale assegnato ogni anno a un insegnante che si è particolarmente distinto nel suo lavoro. Insomma una super prof! Perché in tempi grigi in cui tutto appare dettato dal puro opinionismo è bene ricordare che se la vita ti pone un problema, i numeri possono darti la soluzione.

Romanzo super piacevole!

La treccia

Qui, le donne condividono molto di più che un semplice mestiere. Mentre le loro mani si muovono agilmente tra le ciocche, le operaie parlano di uomini, d’amore e della vita, da mattina a sera. […] Giulia ama la compagnia di queste donne, alcune di loro la conoscono fin da quand’era bambina. Praticamente è nata qui. […] certe volte, Giulia ha l’impressione che qui dentro il tempo si sia fermato. Fuori continua la sua corsa, ma tra queste pareti lei si sente protetta. È una sensazione dolce, rassicurante, una strana consapevolezza della continuità delle cose.

Pubblicazione dell’anno scorso ma che ho divorato durante le vacanze di Natale. Tre donne, in tre luoghi diversi e lontani del mondo. Smita, in India, che combatte affinché la figlia possa avere un’istruzione e che la porti ad avere possibilità di vita differenti dalla sua. A Palermo troviamo Giulia, che lavora per l’azienda di famiglia e si troverà responsabile di una situazione imprevista, Sarah, in Canada, avvocato dirompente, che cerca di vincere la battaglia tra la famiglia, gli squali al lavoro e anche una spiacevole sorpresa.

I capelli sono il motivo conduttore di un romanzo che è un inno al coraggio femminile. La treccia come incrocio delle loro storie che segue un intreccio solido e resistente, e che porta esistenze diverse a sfiorarsi, seppur in modo indiretto.

Di semplice lettura, scorre veloce. È difficile fermarsi perché la narrazione e l’intreccio delle vicende delle tre donne sono davvero avvincenti. Lo consiglio e non solo alle donzelle, ma anche e forse soprattutto agli uomini.

Il fantastico viaggio di Stella

Ho sempre pensato che il momento in cui mi mancavi di più era quando succedeva qualcosa di triste e tu non eri nei paraggi a consolarmi. Ma invece è il contrario. Mi manchi di più quando succede qualcosa di bello e non posso correre a casa per dirtelo, e non posso vedere quanto ti rende felice.

Le parole che userò per descrivere questo romanzo non saranno mai sufficienti per farvi capire quanto sia speciale questa storia. Il titolo qui è appropriato, perché entriamo proprio dentro la voce narrante della piccola ma audace protagonista. Stella ha una passione smisurata per tutto ciò che è legato allo spazio e all’universo, vive con sua madre e suo fratello, e si ritrova per caso ad avere un BUCO NERO come animale domestico. E già qui, vi fa capire la potenza e gli elementi bizzarri del romanzo.

Insomma risate garantite, miste ad una sensibilità e riflessione profonda e mai noiosa, perché il papà di Stella è morto e lei racconta il suo dolore in quel modo intenso e dolce che fa scattare al lettore un affetto spontaneo verso la protagonista.

È un racconto che parla di perdita e sofferenza ma anche di consapevolezza che diventa rinascita. Si narra soprattutto la lotta interiore che Stella affronta nella sua quotidianità. Dei suoi sforzi, e della inconsapevole scelta di mettere tutti i ricordi dentro un buco nero perché fanno ancora male.

Come se Stella, pagina dopo pagina, decidesse di togliersi lentamente la sua corazza per far entrare ciò che di positivo il dolore può svelare. La narrazione segue le regole di una giostra interessante, ci sono dei capitoli più intensi e sensibili, altri più leggeri e buffi. Uno scivolo di emozioni intenso: da qualsiasi punto la si guardi. Un romanzo intelligente e acuto.

Finalista del premio ragazzi Strega 2019 e rientra nella categoria del romanzi per ragazzi ma qui c’è bel oltre. Fidatevi, leggetelo qualsiasi sia la vostra età anagrafica. C’è della rara bellezza in queste pagine.

Ultimo scambio

Ed è stata la perdita rebab a farmi conoscere  il signor Farid e gli altri amici della moschea. La perdita del rebab ha fatto in modo che una piccola compagnia di perfetti sconosciuti, o semplcii conoscenti, diventasse in poco tempo u affiatato gruppo di amici, fratelli e sorelle”.

È la storia di Sami, un rifugiato afghano arrivato da poco in USA con il nonno, un musicista costretto a suonare nella metropolitana di Boston. Il romanzo inizia con l’evento che determinerà tutto il corso della narrazione. A Sami rubano dalle mani il rebab del nonno, unico ricordo rimasto dall’Afghanistan. Cosí Sami, che deve affrontare anche tutte le dinamiche relative all’adolescenza, si mette all’opera per riaverlo. Questo lo porta ad una serie di eventi che gli consente di fare nuove amicizie, confrontarsi con una cultura diversa e affrontare i ricordi della sua vita, anche i più dolorosi, come la morte dei genitori e la fuga dal suo Paese.

Una storia che si svela lentamente ma con il piacere e quasi timore della scoperta, in cui l’incontro con l’altro può davvero esser occasione di crescita.

Anche questo romanzo per ragazzi (consigliato dai 10 anni in su) ma all’alba dei miei 31 anni, non sono riuscita a staccarmi da queste pagine. Non è un romanzo sul razzismo, o almeno non solo, c’è un’atmosfera tra la collaborazione e la fatica, le sofferenza mescolate alla voglia di riscatto. Soprattutto in questo periodo nero, credo sia essenziale allenarci ad ascoltare le storie che provengono da una parte del mondo che appare lontana da noi, ma poi non è cosí distante come vogliono farci credere. 

Oh, boy!

Ti ho disegnato tre cuori con il tuo nome perchè ti amo un pò, molto, alla follia.” Si guardarono negli occhi, con i nasi che quasi si sfioravano, e Venise fece la domanda, quella che permette di operare una prima selezione tra buoni e cattivi. “Ti piacciono i bacini?”

Questo romanzo racconta dei Morlevent, tre orfani (un maschio e due femmine) che hanno giurato di non separarsi mai. Il loro obiettivo è lasciare l’orfanotrofio dove sono stati parcheggiati e trovare una famiglia. Al momento, solo due persone potrebbero accettare di adottarli ma gli affidatari non brillano per le loro doti amorevoli.

Ho letto questo romanzo nel viaggio di ritorno dal Giappone e l’ho adorato. Perché i fratelli Morlevan fanno ridere e commuovere, le loro personalità’ sono narrate in modo frizzante ed efficace che l’autrice usa per parlare di tematiche sensibili. Come la leucemia e dunque la lotta contro una malattia, gli stereotipi legati all’omosessualità, la violenza sulle donne. Il tutto facendo ridere i lettori con quel modo bizzarro che ha l’autrice Marie-Aude Murail.

Una storia carica di significati per riflettere, sorridere e anche soffrire un po’ insieme ai protagonisti che dopo queste pagine li senti un po’ fratelli e vorresti proprio conoscerli di persona. Una scrittura leggera ma emozionante, con quella dose giusta di paradossale che riesce a farti sorridere con un nodo in gola.

Spero davvero che qualche insegnante lo abbia consigliato ai suoi studenti per l’estate ma in caso contrario, fatelo voi. Leggetelo, ne vale proprio la pena.

Mia sorella è una foca monaca

Sembrava molto soddisfatto di potersi rendere utile. Non so se fosse meno stronzo di quanto avessi creduto, o se in quel momento ero io a essere meglio disposto nei confronti del prossimo per il semplice fatto che ero triste e avevo paura di restare solo.”

Qui si racconta uno spaccato di vita di un adolescente nella periferia torinese tra la fine anni ottanta e primi novanta, con sfondo eventi come il crollo del muro di Berlino e i mondiali italiani. Non è il classico racconto da adolescenti ma ha qualche ingrediente che rende il tutto più saporito.

Trama mai banale e noiosa e tematiche interessanti trattate durante la narrazione. Il protagonista lo ami e odi nel giro di qualche riga. Ho riso con lui, e mi sono arrabbiata quando mostrava la sua eccessiva spontaneità nelle parole e geste. Insomma, come un adolescente un po’ burbero.

I dialoghi sono avvincenti come le descrizioni e questi particolari rendono la storia divertente e molto piacevole. È un libro per ragazzi ma per me è un sempre verde, si è anche aggiudicato due premi letterari. Un classico da ombrellone ma non scontato.

Questa è solo la prima parte della mia dose di consigli per l’estate, fatemi sapere cosa ne pensate e se leggerete queste storie!

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Annalisa Falcone
Sono un’educatrice e pedagogista. Non potrei immaginarmi a vivere felicemente senza questa meravigliosa e faticosa professione. Adoro leggere e la pedagogia è la mia passione più grande. Ho studiato e lavorato a Milano, Bologna e ad Alicante, piccolo e piacevole paese a sud della Spagna. Faccende di cuore mi hanno portato nel 2015 nell’affascinante Londra.

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