La bellezza nelle storie

Le proposte editoriali sono sempre più numerose e destreggiarsi sembra quasi un’impresa bizzarra. Da qui, l’idea di scrivere un articolo di questo tipo. Nessun tema da approfondire in modo particolare, ma l’unico denominatore che le storie racchiuse qui hanno è quello di essere B E L L E. Nel senso più semplice e immediato del termine.

Sono racconti che hanno avuto la caratteristica di rinnovare in me il piacere della lettura, non così banale e scontato. Quest’anno ho letto anche parecchi libri che ho terminato con la felicità in cui si aspettano le ferie estive, venendo bene ad un diritto del lettore che Pennac sottolinea: “Il diritto di non finire il libro”. Nella scelta di queste storie, fa da tramite il mio gusto personale. Come se fossi un’amica con cui ci si scambia quattro chiacchiere sulle letture dell’anno. Proverò a raccontarvi perché, ma sono sincera, non sempre la motivazione è razionale. 

“Stargirl”

Jerry Spinelli è uno degli autori per ragazzi più illustri in circolazione. Un mito, per me. Questo romanzo è il mio preferito fra la sua lunga lista di manoscritti.

Immaginate una scuola di provincia in cui tutti i ragazzi si vestono allo stesso modo e fanno le stesse cose, e poi chiedetevi che effetto farebbe, in un posto del genere, l’apparizione di una ragazza vestita nel modo più stravagante, che va in giro con un topo in tasca e un ukulele a tracolla, piange ai funerali degli sconosciuti e sa a memoria i compleanni dell’intera cittadinanza. È quello che succede qui, in particolare a Leo che ne rimane catturato senza riuscire a capire se è una svitata, un’esibizionista o tutte e due le cose insieme. Ma Stargirl è se stessa: e questo non sarà il suo vantaggio. La storia è semplice ma cattura per il modo in cui viene raccontata. Per i particolari di questa stranezza e tutti gli episodi che ne catturano l’essenza. Io l’ho amato. 

Da distribuire dalle medie, alle università. A partire dai 10 anni. La Disney ha comprato i diritti e nel 2020 uscirà il film. Sono terrorizzata e impaziente. Per ora, bisogna solo attendere. 

“Sarà bello morire insieme”

Manuela Salvi è quel tipo di autrice con quel tipo di carattere impavido e coraggioso, o almeno così sono le storie che scrive. Non l’ho mai conosciuta dal vivo, anche se mi piacerebbe un sacco.

“Sarà bello morire insieme” è il racconto di due ragazzi che frequentano l’ultimo anno di liceo artistico. Bianca è la figlia di un giudice antimafia, il padre di Manuel era un boss ucciso da un clan rivale. Questo tipo di informazioni i due protagonisti, lo scopriranno non proprio nelle primissime pagine. Già questo basterebbe per l’epilogo malinconico ma lo sviluppo della vicenda, svelerà sfumature e caratteristiche interessanti e non scontate. Io, 31enne, non riuscivo a staccarmi da questa storia d’amore apparentemente da “Liceali” ma riesce a catturare anche aspetti e riflessioni che vengono definiti “adulti”. C’è coerenza, e ci sono anche dei ragazzi che si prendono delle responsabilità con fierezza. Davvero nella lista dei miei libri preferiti. 

Della stessa autrice, troviamo anche un bel manuale.

“Come diventare supereroi. Manuale per bambini e bambine super senza superpoteri”

Uno di quelli che guida i bambini passo per passo, nel trovare strategie per affrontare le difficoltà con una buona cassetta degli attrezzi.

Ovvero un mezzo di locomozione sicuro e velocissimo, un nascondiglio imbattibile, degli abiti consoni alla missione, e un adulto di fiducia capace di mantenere il segreto sulla nuova identità misteriosa. C’è anche una parte dedicata ai possibili mostri che si possono incontrare, con qualche suggerimento su come provare a combatterli. Al termine, troviamo anche il test per conseguire la Super Patente da supereroe! È un testo frizzante che tocca temi sensibili senza far la morale a nessuno ma calibra nel modo giusto ironia e sensibilità. C’è anche una parte dedicata ai possibili mostri che si possono incontrare, con qualche suggerimento su come provare a combatterli. Consigliato dai 8 anni.

“Cacche per posta”

Considero questo racconto, uno dei migliori del 2019. 

È la storia di Teo, 11 anni e del suo obiettivo: vendicare le ingiustizie. Per questo, decide di inaugurare il servizio Cacche per posta, per cui tutti possono far recapitare una giusta e puzzolente “punizione” a chi gli ha inflitto un torto. Il tutto rilegato in una confezione colorata, con carta regalo, brillantini e fiocchi a profusione. Aiutato da Matilda, una coetanea dai capelli blu e un kit dello spione davvero professionale, dal suo cane per la materia prima, l’attività prende vigore. Come alcuni dubbi, e la difficile scelta di capire cosa sia giusto o no. Perché non tutto è come appare e anche Teo a Matilda, riusciranno rifletterci sopra. Tutto raccontato con leggerezza e ironia senza cadere nel superficiale. Si trova una buona miscela di elementi come tenerezza e riflessione, e tanto divertimento. Insomma, una di quelle storie preziose. Consigliato dai 9 anni in su.

“Anche io faccio così”

Molte storie per bambini invece dei piccoli personaggi umani, utilizzano gli animali come rappresentazione del loro stato emotivo. Il potere della metafora come strumento potente che permette una lettura diversificata. In questi casi, il mondo animale aiuta a identificarsi nei personaggi senza essere troppo coinvolti.

Ed è proprio il filo conduttore di questo albo. Le similitudini e caratteristiche dei bambini in confronto con quelle animali. Il risultato è davvero di una dolcezza pazzesca senza dimenticare i risvolti che in larga scala possiamo definire “scientifici”, che confrontano comportamenti e abitudini dei amici pelosi e dei piccolini umani. Non si racconta di cosa mangiano o dormono leoni e scimpanzé, ma su come svolgono tutte le azioni quotidiane, confrontandole con le varie modalità usate dai bambini per raggiungere gli stessi scopi. Si affrontano un sacco di confronti, sul cibo e sul modo che abbiamo di portare le pietanze alla bocca, su come comunichiamo e dormiamo. Sara sul letto, i pipistrelli a testa in giù, le lontre si tengono per le zampe.

La casa editrice Editoriale scienza, sinonimo di qualità e delizie che non lasciano nulla all’improvvisazione. Illustrazioni e descrizione che trovano la loro combinazione perfetta e una bellezza che attraversa tutte le pagine. Consigliato! 

“Continuerò a sognarvi grandi”

Su questo, ho barato perché non è un romanzo. È un saggio di un insegnante delle elementari ma che ci porta nella sua classe per la mano e con delicatezza, che sembra quasi una storia inventata.

Per questo l’ho inserito in questo articolo. Qui mi hanno colpito i dialoghi con i protagonisti di questa classe, un insegnante che si mette in gioco, o meglio proprio al servizio non solo dei bambini di cui ha la responsabilità ma anche nei confronti dei loro genitori. E’ un diario (e sapete che sono sensibile al tema) di un percorso che va oltre la mera conoscenza scolastica, qui il valore e’ soprattutto umano. Da parte di tutto. Si nota il lavoro che Davide Tamaglini compie sulla scelta delle parole, pensate, equilibrate ma anche sentite, accoglienti, armoniche e soprattutto coerenti.

“Memorie di una geisha”

Nel 2019, ho finalmente preso il volo in reazione Oriente ed è stato tutto così pazzesco che ritornarci è diventata quasi un’ossessione. Per prepararmi al viaggio, lessi alcuni romanzi con il Giappone come protagonista. Dimenticate il film, fate tabula rasa di quello che avete visto.

“Memorie di una geisha” mi ha catapultata nel Giappone degli anni 30 fra i vicoli di Gion scoprendo un mondo nuovo fatto di rituali e tradizioni sacri che non conoscevo. Descrizioni accurate e mai noiose, la scrittura di Arthur Golden ti abbraccia e ti accompagna in questo universo poetico ma crudo, fatto di acconciature, riti di passaggio e tantissima meraviglia. Ci sono i kimoni prestigiosi, ma anche un racconto reale e privo di fronzoli che narra davvero cosa accadeva in quei vicoli. Si trova delicatezza, sensibilità e riflessioni accurate e piacevoli. Un documentario che si  veste da racconto. Uno dei libri più belli che abbia mai letto. Quel tipo di racconto che mi ha spinta ad indossare un kimono proprio a Gion, per assaporare di nuovo un pizzico di meraviglia che si assapora in tutto il libro. 

“Che bella parola”

Qui la parola “Ma che bello!” è sottolineata in ogni pagina. Cambiare lingua, e giocare un po’ con le parole è sempre affascinante.

Luisa Uribe mette in queste pagine 30 parole con un significato particolare, o meglio dire intraducibile in altre lingue. In ogni pagina, troviamo anche qualche informazione curiosa relativa al paese di origine e alle sue abitudini legate a quella area tematica. Sapete che esiste una parola per indicare una persona che fa troppe domande? E ce n’è una anche per l’imbarazzo che si prova quando ci si dimentica il nome di qualcuno. Da expat ho imparato quanto una lingua abbia il potere di far proprie anche le tradizioni, i modi di gestire una situazione ma anche emozioni e stati d’animo. Se non riusciamo noi a comunicare una sensazione, forse qualcuno nel mondo ha un termine per definirlo. Poesia pura. Dagli 8 anni in poi.

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Annalisa Falcone
Sono un’educatrice e pedagogista. Non potrei immaginarmi a vivere felicemente senza questa meravigliosa e faticosa professione. Adoro leggere e la pedagogia è la mia passione più grande. Ho studiato e lavorato a Milano, Bologna e ad Alicante, piccolo e piacevole paese a sud della Spagna. Faccende di cuore mi hanno portato nel 2015 nell’affascinante Londra.

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