Per il mondo dei lettori, ci sono letture che lasciano un’impronta particolare nella nostra memoria per numerose ragioni. Soprattutto in un anno così assurdo in cui cuore e mente erano occupati su altri fronti, e le capacità di concentrarsi era precaria. Qui ho voluto stilare la mia lista dei libri preferiti del 2020, capaci di una nota particolare.
Dalla parte dell’educazione. Il primo della lista non poteva essere che questo, con una postilla. Partendo dalla situazione che l’emergenza sanitario ho evidenziato alcune riflessioni. L’esperienza del lockdown ha portato alla luce problematiche già complesse dapprima che un virus invadesse le nostre vite. La didattica a distanza esiste da sempre: la troviamo quando le disuguaglianze si moltiplicano all’interno di un contesto scolastico che divide tra chi ha le risorse materiali e familiari e chi invece nemmeno può accendere un computer, perché non lo possiede; esiste quando imponiamo dei limiti alla conoscenza, privandola dell’esperienza diretta, senso stesso della sua origine. Questo non è un testo sul SARS-CoV-2, nemmeno un manuale sulla ripartenza, ma si prova ad allenare ciò su cui l’educazione deve fondare il suo esercizio costante: la riflessività della cura autentica, toccando diverse aree di approfondimento e mettendoci tutti insieme dalla parte dell’educazione.
La voce di carta. Romanzo per ragazzi, delicato e sensibile ambientato a fine Ottocento. Racconta la storia di una ragazza, Marianna che per aiutare la famiglia economicamente inizia a lavorare in una cartiera, da dove inizierà a mettere le radici ad un sogno da batticuore. E stato per me una coccola in un periodo di grande ansia.
Non per me sola. Il racconto qui ha punti di vista multipli. Un testo che ci fa scoprire il Novecento attraverso la voce della donne, delle scrittrici che non sono mai giunte nei programmi scolastici italiani. Si narra di amore, matrimoni non voluti, spazi di libertà negati. Attraverso le opere di diverse scrittrice si offre un panorama in cui si sottolinea una discriminazione elevata.
A mente accesa. Daniela Lucangeli parte raccontando il suo punto di vista da bambina per per arrivare a rendere fruibili, e dunque servizievoli, contenuti preziosi per tutti coloro che mettono la ricerca in educazione al centro. Troviamo punti di incontro in varie categorie, dalle neuroscienze alla psicologia dello sviluppo, dalle scienze cognitive a quelle dell’educazione. Sempre portando con sé il dubbio, la voglia di approfondire e studiare sulle conoscenze su cui i professionisti dovrebbero basare le proprie pratiche educative. Trovate altri consigli di testi educativi qui.
Invisibili. Un saggio che porta evidenze statistiche, numeri precisi che testimoniano quanto il mondo intero ignori in modo più o meno consapevole metà della popolazione: le donne. Gli esempi sono numerosi, il lavoro di ricerca e’ brillante e strutturato con precisione. Impossibile rimanere indifferenti a tanta disparità quotidiana.
Le ragazze stanno bene. Un saggio che delinea i grandi temi il percorso che tutte le ragazze stanno compiendo dandosi la mano e alzando la bandiera del femminismo. Interessante e leggero, senza mai banalizzare la complessità che ruota attorno alla discriminazione di genere.
Educazione diffusa. Smantellare la scuola per costruire un’educazione allargata, responsabilità di tutti, e soprattutto comunitaria. Non amo l’atteggiamento distruttivo che si respira in queste pagine ma condivido l’estrema necessità di un cambiamento obbligatorio di un sistema scolastico che fa acqua da tutte le parti. Riflessioni pratiche, avanza pensieri dirompenti che smuovono e allargano orizzonti. Trovate un approfondimento di una scuola differente nel mio testo “Dalla parte dell’educazione”.
È tutto un ciclo. Graphic novel che racconta di 4 ragazze liceali che affrontano una dinamica delle mestruazione sotto varie angolazioni. Il colore rosso prevalente ci accompagna nelle pagine stimolanti ed estremamente piacevoli per tutto l’arco della narrazione. Parla di endometriosi (tema a me sensibile), della vergogna dello sporcarsi, del prezzo degli assorbenti.
Il corpo elettrico. Il corpo della donna è sempre stato all’interno di dibattiti ideologici, come se fosse un terreno simbolico su cui esprimere diversi pensieri, spesso in lotta tra loro. Jennifer Guerra inizia il suo saggio dicendo che il suo non è un libro di teoria ma di prassi, ed è davvero così. Significa saper coniugare conoscenze, informazioni ed un pensiero che traccia un percorso che dall’autocoscienza del corpo femminile e arriva fino ai gender studies contemporanei. Ripartendo dal corpo che possiamo sottolineare diritti e libertà, e scegliere finalmente di poter stare con l’unica dimensione propria e collettiva.
Rivoluzione Z. Un saggio destinato agli adolescenti ma capace di puntualizzazioni che allargano lo sguardo su una società che deve imparare ancora tanto in termini di educazione alla parità. Scrittura puntuale, diretta ma mai paternalistica. Accompagna, prende per mano ciascuno di noi in un percorso pieno di ostacoli in una cultura che vede ancora le discriminazioni come le protagoniste principali.
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