L’essenzialità della dimensione corporea è tornata al centro dei punti nodali dell’educazione. Un corpo che costretto all’immobilità richiede di essere accolto e incluso nei processi di apprendimento invece di rimanere immobile e statico come invece viene richiesto.
Diventa dunque sostanziale sottolineare l’imprescindibilità del coinvolgimento del corpo in ogni percorso che si prefigge di trasmettere, tirare fuori, sviluppare competenze e capacità. L’educazione è corpo. Questo è l’assunto base di qualsiasi apprendimento, in modo specifico per la fascia 06. Principalmente per delle motivazioni solide e inequivocabili.
La conoscenza del mondo avviene tramite i sensi. Toccando, sperimentando nuovi equilibri, posture, ascoltando, osservando, gustando si fa esperienza della realtà circostante immergendosi totalmente nei suoi contesti. Le informazioni che i bambini catturano, interiorizzano ed esercitano avvengono tramite l’integrazione sensoriale, quel processo di maturazione neurologica che organizza le informazioni provenienti dai sensi. Tramite questo processo inconsapevole, il cervello è in grado di decodificare gli stimoli esterni e attivare una risposta coerente alla situazione. Fino ai 7 anni tale operazione è più elevata e sensibile, i bambini attribuiscono il significato ai vari oggetti e circostanze partendo dalle proprie sensazioni. “La manipolazione supporta lo sviluppo cerebrale e tutto ciò che ruota attorno al pensiero complesso e alle sue integrazioni” – “Dalla parte dell’educazione”.
Le informazioni derivate dalle sensazioni formano la base portante di tutti gli apprendimenti accademici che si svilupperanno durante tutto il corso della vita, per questo è doveroso soffermarsi attorno allo strumento che abbiamo di più prezioso: il nostro corpo.
Anche nella filosofia montessoriana, la mano acquista un significato profondo che permette all’intelligenza di manifestarsi ma anche di entrare in relazione con l’ambiente, ricco di possibilità e stimoli interessanti e sempre diversi.
Il focus sul corpo viene esplicitato anche nelle indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione e dunque occorre essere responsabili del nostro ruolo educativo. Il movimento consente ai bambini di sperimentare soluzioni nuove, esercitare posture, trovarne altre e scoprire possibilità inesplorate. Il ruolo del movimento viene di solito recluso e considerato un mero sfogo fisico di energie, mentre nasconde il paradigma di riferimento che si dovrebbe adottare durante l’infanzia. Movimento e corpo sono componenti essenziali in uno scambio di informazioni proficuo. Il corpo diventa strumento per acquisire sapienza.
L’educazione è corpo quando si esprime nella relazione, fatta di incontri, sguardi, sorrisi dagli occhi (siamo ormai diventati esperti), braccia accoglienti, parole inclusive, silenzi proficui. Il corpo che ci permette di vivere un rapporto con gli altri, l’ambiente e la conoscenza del proprio essere. Sperimento il corpo tramite l’azione costante, il pensiero concreto e le mani in pasta. Un corpo che accogliamo nei suoi tentativi ed errori, ancora sensibile al tocco, alla luce naturale e alle richieste di staticità.
Il corpo diventa la possibilità di relazione primaria tramite la voce, le espressioni del volto, le gesta delle mani e braccia che includono. La presenza fisica corporea dell’adulto sollecita e stimola i ragionamenti dei bambini attraverso nuove domande e sfumature sempre differenti. Attraverso i movimenti si trasmette anche la fiducia nel e per l’altro come sostegno essenziale, di base capace di far avanzare i più piccoli verso apprendimenti e immaginari futuri.
L’educazione si esprime nel corpo di un ambiente ricco di opportunità, composto da materiali arricchenti che permettono mille incastri e variabili. Legno, vetro, ceramica, alluminio sono tutte superfici che sviluppano sensorialità e significati differenti in base, al tocco, alle esperienze, alle manovre che si effettuano. Malaguzzi lo definiva “terzo educatore” per sottolineare l’importanza dell’ambiente come supporto per gli apprendimenti che riesce ad alimentarli, nutrirli e legittimarli. Il corpo diventa strumento in uno spazio che coinvolge il bambino con tutti i suoi sensi. L’ambiente offre ai bambini materiali che aprono la mente e la sollecitano a pensare dei modi alternativi attraverso i quali interagire con quella materia.
I bambini hanno la capacità di dare nuove vite agli oggetti. Spesso non è importante l’oggetto in sé ma quante possibilità esplorative e combinatorie offre agli occhi di chi lo osserva e sperimenta. Più il ventaglio esplorativo è alto, più aumenta la possibilità che un materiale sia stimolante e attraente. Non servono le attività rigidamente strutturate, nel quale l’adulto assume il ruolo del vigile che puntualizza utilizzi e direzioni, ma è necessario espandere opportunità di uso e sviluppo. Un contesto nel quale tutti i bambini quotidianamente possono trovare risposte ai loro interessi. Una corporeità che identifica nel contesto una possibilità di nutrire le curiosità dei bambini, così che loro immersi nel loro focus, sapranno organizzarsi, sperimentarsi, e apprendere.
Diventa indispensabile narrare le possibilità dei corpi, e compiere un ripensamento su quanto il corpo e tutto ciò che ci mette a disposizione siano un organismo variegato e unico di cui dobbiamo avere cura nella sua totalità. La voce, gli sguardi, come le mani, il movimento e le percezioni che riusciamo a cogliere sono fonte di pura conoscenza che non possiamo ignorare. Occorre costruire una nuova consapevolezza sulla corporeità in grado di elaborare nuovi sentieri formativi che sappia prendere per mano le difficoltà e attraversarle.
Trovate un approfondimento di queste tematiche nel mio testo “Dalla parte dell’educazione”
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