7 motivi perché dobbiamo permettere ai bambini di giocare con le bambole

Viviamo in un contesto sociale che divide colori, professioni, talenti e giochi in maschi e femmine. Come se ci fosse una linea netta di confine in cui alla nascita si eredita la passione per il rosa o per il blu e il desiderio di giocare con le macchine o le bambole. Sono tutti stereotipi che limitano non solo il processo di conoscenza verso il mondo ma soprattutto verso se stessi. Il gioco è esplorazione, conoscenza, si apprendono tradizioni, credenze e soprattutto schemi culturali. Privando i bambini e le bambine di determinati materiali, possibilità, giochi stiamo limitando le loro possibilità di apprendimento.

Il gioco è il lavoro del bambino dichiarava Maria Montessori. Perché limitarlo secondo categorizzazioni errate in base al sesso?

Fin dai primi giorni dopo la nascita, le nostre scelte influenzano il loro sviluppo fino a quando bambine e bambini avranno introiettato le nostre aspettative e si comporteranno nel modo che noi gli abbiamo insegnato. Gli stereotipi di genere alimentati attraverso la scelta dei giochi, le parole che scegliamo di utilizzare, la pubblicità, schemi di comportamenti culturali tramandati quasi inconsapevolmente costruiscono linee di pensiero differenti in termini di educazione che si tratti di un maschio o di una femmina, incoraggiando così binari distinti di genere e la cultura dello stupro.

C’è un insieme di atteggiamenti, convinzioni e credenze che veicolano un’idea esclusiva e limitante di come un uomo dovrebbe essere. La mascolinità tossica delinea un modello unico dominante che include l’abolizione di tutte le emozioni più fragili, e la manifestazione di caratteristiche definite storicamente maschili come la violenza che esercita il potere e la rabbia. Questa è la mascolinità convenzionale che attraverso l’educazione trasmessa in famiglia, scuola ed i media viene veicolata rigidamente a bambini e ragazzi. Una visione inflessibile che elimina la possibilità di immaginare altri modi di essere al di fuori da quello imposto dalle aspettative sociali. Viene definita tossica perché oltre a restringere le opportunità e limitare la libertà di scelta, viene indotta e accolta come aspetto spontaneo e spesso genetico. Come una porzione di veleno che se assunto a dosi quotidiane si accumula nel corpo e diventa visibile solo quando oltrepassa certi confini. Questa idea viene trasmessa fin dalla prima infanzia attraverso i giochi che pensiamo, progettiamo e creiamo per loro, offrendo ai bambini una precisa idea di come devono essere. 

Il gioco aiuta ad interpretare la realtà, supporta lo sviluppo emotivo, sociale e cognitivo offrendo occasioni importanti per espandere i propri territori di conoscenza, favorendo abilità e competenze che oltrepassano il limite del consentito per sesso biologico.

Questo non significa dare un accesso esclusivo ai giochi neutri eliminando tutto ciò che di rosa e blu si trova nelle nostre case, ma non negare l’accesso anche ai materiali che per cultura non corrispondono al sesso dei bambini e delle bambine di cui abbiamo la responsabilità.

Perché è importante che i bambini possano fare esperienza del gioco delle bambole? Le motivazioni sono differenti e molteplici.

1. Le bambole aiutano la conoscenza di se stessi.

Per conoscere il mondo, bisogna partire iniziando a conoscere se stessi e dallo strumento che abbiamo in questa delicata operazione: il nostro corpo. Il corpo è la nostra casa, il mezzo con cui ci relazioniamo con gli altri e per questo nel complesso viaggio di scoperta verso il pianeta si parte da una domanda: “Come sono fatto?”. Così da scoprire che le mani servono per afferrare, disegnare, stringere, ma anche a essere gentili quando e se vogliamo stringere la mano di un amico. Chiedendo sempre il permesso agli altri prima di dare un abbraccio. Educando al consenso fin dal nido, per dare a loro la consapevolezza dello strumento che hanno a disposizione, delle sue caratteristiche, ma anche della sua unicità e potenza.
In questo assetto, replicare i movimenti e gesti di cura con le bambole sostiene loro non solo nel processo di conoscenza delle varie parti del corpo, ma anche nel prendere coscienza di sé.  Ripetendo i gesti che sono loro familiari riconoscono se stessi e il mondo.

2. Fare il bagno alle bambole incoraggia ed allena le capacità motorie.

Bottoni, cerniere, togliere i piccoli pantaloni, mettere il pannolino sono tutti compiti che richiedono una competenza di motricità fine peculiare. L’esperienza del mettere e togliere i vari indumenti alle bambole richiede l’allenamento del livello di attenzione ma anche l’esercizio della coordinazione oculo-manuale possibile solo grazie ad un buona dose di attenzione. Questo compito può sostenerli nel processo di autonomia e così dopo essersi esercitati con i bottoni delle bambole, sarà poi più facile allacciare quelli della propria giacca.  

3. Con le bambole i bambini imparano a prendersi cura degli altri.

Prendersi cura di una bambola è un ottimo modo per imparare a prendersi cura degli altri, in particolare dei compagni che sono più piccoli, così da allenare uno sguardo sensibile e accogliente verso l’altro. Le bambole permettono inoltre l’esperienza con la stoffa ma anche con la plastica dura e resistente, i movimenti delicati per asciugare la pelle sensibile, spazzolare i capelli con cautela, sfiorare con amore. Le bambole si possono cullare e coccolare, medicare e ascoltare, bagnare e abbracciare. Le bambole possono essere usate per mostrare loro come tenere in braccio qualcuno più piccolo di loro e allenare gesti gentili nei loro confronti. Una bambola può aiutare un bambino a prepararsi per l’arrivo di un fratello o sorella!

4. Le bambole aiutano l’esplorazione 

Le bambole permettono una molteplice varietà di esperienze e possibilità. Una bambola può essere una buona alleata nel distacco da mamma e papà per sostenere l’ingresso al nido e scuola dell’infanzia, ma anche offrire l’occasione per sperimentare un gioco che possa aiutare nell’esplorazione delle diversità. Una bambola può essere nera, suonare la batteria, avere i capelli lunghi o ricci, può arrampicarsi sugli alberi, compagna durante il sonno nei giochi quotidiani.

5. Perché il gioco simbolico non ha differenze tra maschi e femmine.

Giocare con le bambole incoraggia il gioco simbolico con tutte le potenzialità dal punto di vista creativo e aderenza con la realtà presuppone. Attraverso la finzione i bambini esplorano il rapporto con se stessi e con la propria emotività; mettono in scena, rivivono, rielaborano e trasformano ciò che hanno vissuto, osservato, sperimentato in qualcosa che assume un senso e un significato nuovo, e imparano gradualmente a mediare tra i desideri e la realtà, a esprimere le proprie preoccupazioni ma anche ricercare soluzioni possibili. Il gioco creativo genera le condizioni per allenare le abilità comunicative e verbali. 

Il gioco simbolico sostiene il bambino a comprendere un punto di vista diverso dal proprio, racconta di se stesso del mondo che osserva.

6. Perché prendersi cura dei bambini e delle bambine non è compito esclusivo delle donne. 

Tutte le bambine crescono con una bambola nella loro camera (che poi venga usata nei giochi è un altro aspetto) ma questo invece non sempre avviene per i bambini. Siamo immersi in una cultura che elabora e trasmette l’idea della cura come talento, compito, mansione esclusivamente femminile. Così tutti i giochi, pensieri e modalità che prevedono il prendersi cura vengono indirizzati alle bambine e alle ragazze. Pensiamo anche al mettere in ordine la propria classe e camera, alle bambine viene richiesto come un compito essenziale (perché lo è), ma la stessa domanda invece non viene presentata ai bambini e ragazzi. 

Offrire ai bambini il gioco delle bambole, permette loro di sperimentare i benefici che ne derivano, aiuta a sostenere il pensiero che la cura di se stessi e degli altri non sia prerogativa delle femmine ma sia anche un loro compito. Così da allargare le aspettative sociali e fare del lavoro di cura una mansione sia per i maschi sia per le femmine.

7. Perché è DIVERTENTE!

Ricordiamoci il piacere del gioco! Le bambole, per le loro caratteristiche multiple, concedono infinite modalità di gioco differenti.: dall’inventare storie, all’uso dell’acqua per fare loro il bagno, a dare forma a vere e proprie rappresentazioni teatrali! 

Perché impedire questo tipo di divertimento ai bambini?

“Se mio figlio diventa gay?”. Questa è stata la domanda più frequente di fronte a riflessioni di questo tipo che vedono un oggetto connotato al femminile, verso il mondo maschile. Così ci sono bambini che nascondono le bambole quando giocano con gli amici fuori dalle mura domestiche, padri che non comprano i giochi definiti “femminili” per paura di far perdere ai figli maschi la sana virilità obbligatoria e non sia mai, che diventino omosessuali. Gay non si diventa e l’orientamento sessuale non è una scelta dettata dai giochi. Il gioco è sperimentazione, scoperta, conoscenza.

Quindi la vera domanda è: perché NON lasciare che i ragazzi giochino con le bambole? Ci sono molti vantaggi nel lasciare che i ragazzi giochino con le bambole, perché privare loro di tutti questi benefici? 

Per chi vuole approfondire il tema, trovate disponibile il corso “Educare i grandi alla parità” qui. 

Trovate un approfondimento di queste tematiche nel mio testo “Dalla parte dell’educazione”

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Annalisa Falcone
Sono un’educatrice e pedagogista. Non potrei immaginarmi a vivere felicemente senza questa meravigliosa e faticosa professione. Adoro leggere e la pedagogia è la mia passione più grande. Ho studiato e lavorato a Milano, Bologna e ad Alicante, piccolo e piacevole paese a sud della Spagna. Faccende di cuore mi hanno portato nel 2015 nell’affascinante Londra.

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