Il corpo è il nostro mezzo di relazione e conoscenza del mondo, ed è per questo che è stato in passato, e continua a essere nel presente, criticato, giudicato da noi stessi, dagli altri e dalla società tutta. Come se fosse un oggetto fatto di mille pezzettini da aggiustare, rendere più piacevole e attraente.
Cresciamo con un’idea precisa di come debba essere un corpo ideale, e nella nostra cultura sembra per lo più coincidere con la snellezza e l’altezza. Sono dubbi che riguardano tutti i generi. Culturalmente e storicamente, le ragazze sono sottoposte a una pressione particolarmente forte per essere all’altezza dello standard di bellezza, che si basa su criteri rigidi e non risparmia nemmeno quelle ragazze e donne che aderiscono a questi binari. Il genere femminile è considerato prima nel suo essere corpo, da possedere, giudicare, maltrattare. Dobbiamo essere tutte delle principesse, principalmente magrissime. Le ricerche hanno dimostrato quanto queste pressioni verso un fisico magrissimo sono co-responsabili di disturbi alimentari psicopatologici come l’anoressia e la bulimia, ma anche un elevato aumento dei livelli di ansia che porta a sviluppare i fattori di rischio dell’insorgere dei disturbi depressivi.
Tuttavia non significa che anche gli altri generi non lottino con la propria immagine corporea. I ragazzi appaiono quasi obbligati a seguire un certo modello di mascolinità che li vede perfomanti, muscolosi, abolendo tutto ciò che è definito nella categoria definita più fragile: come l’emotività e la sensibilità.
Le pressioni sociali verso un’immagine corporea ideale iniziano a influenzare la vita dei bambini e delle bambine molto presto dalla famiglia, dai servizi educativi, dalla più precoce esposizione ai modelli proposti da mass media quali youtube, televisione, albi illustrati. Un pensiero essenziale per sviluppare una buon pensiero su se stessi, sul valore che noi diamo alla nostra persona, sulla propria autostima.
Se è ormai assodato che l’adolescenza si accompagni a intense preoccupazioni per il proprio aspetto fisico, sembra tuttavia che il timore di essere sovrappeso sia sempre più diffuso e coinvolga bambini di età sempre più basse.
L’adolescenza è caratterizzata da una serie di cambiamenti potentissimi ed è necessario sostenere i bambini nell’elaborare una buona immagine di sé. Quello che noi pensiamo e immaginiamo del nostro corpo va a costruire la nostra immagine corporea. Tutto ciò che a che fare con la forma del nostra corpo, le caratteristiche, le dimensioni, i colori, i vestiti e anche gli strumenti che ci servono in relazione al nostro corpo (impianto cocleare, carrozzina, protesi, scatola del diabete). Ed ovviamente il feedback, le parole che le figure di riferimento che incontriamo durante il nostro percorso di vita utilizzano verso di noi.
Torniamo indietro con la memoria alla nostra infanzia, o pensiamo ad una bambina e un bambino che si pensa incapace a portare a termini dei compiti perché convinto di non avere vestiti di marca, di essere grassa o grasso e non sia degno dell’amicizia degli altri. Pensiamo a quando facciamo notare in continuazione aspetti del loro corpo che convalidano una certa idea di bellezza. Noi adulti come si sentiamo quando qualcuno ci pone questi commenti? Un bambino di fronte a tutto questo come protrebbe sentirsi?
Immaginiamo a un bambinə che si preoccupa di ciò che gli altri giudicano il suo corpo, dello spazio che occupa… come si sentirebbe? E voi come vi sentireste?. Proviamo tristezza, frustrazione, rabbia, nei nostri confronti e verso gli altri e la cura di noi stessi, all’interno di un pensiero di benessere bio psico sociale non sarebbe una priorità.
Come facciamo a prenderci cura di una dimensione di cui proviamo vergogna e imbarazzo?
I processi infantili di costruzione dell’immagine corporea sono fondamentali perché costruiscono la base sulla quale appoggiare, da adulti, la nostra esperienza di sè nel mondo. È da questa base che nascono le prime esperienze sessuali, il nostro rapporto con il cibo, il nostro ideale di bellezza. Non possiamo trascurare di fare attenzione a come i nostri bambini iniziano a costruire l’immagine corporea, e non possiamo dimenticare che nasce e cresce attraverso l’esperienza del contatto con il corpo delle persone che si occupano di loro e che li amano.
Cosa fare?
Sostenere i bambini a coltivare un positivo senso di sé implica la necessità di un lavoro multifattoriale che comprende diverse sfumature:
Evitare giudizi sul corpo, non solo quello delle bambine e dei bambini ma di ogni persona che solo si incrocia per strada. Possiamo avanzare pensieri sulle caratteristiche personali, sui talenti e pregi, su ciò che il corpo può fare e non solo apparire. Il corpo può correre, saltare, giocare, affrontare ostacoli, è un corpo capace di affrontare le sfide quotidiane. La cura di se stessi parte proprio da qui, il lato estetico è solo uno dei molti su cui ci si costruire una buona immagine di se stessi.
Essere supportati rispetto a quello che pensano di sé. Tutti i corpi sono validi e nessuno può avanzare critiche, pensieri, commenti su noi stessi, su come dovremmo essere, non solo dal punto di vista caratteriale ma anche fisico. Ognuno di noi è un essere unico e irripetibile per le sue caratteristiche e particolarità.
Accogliere e ascoltare in ogni fase di crescita. Come adulti riversiamo una marea di aspettattive nei confronti delle bambine, bambini e adolescenti ma loro sono persone uniche con le loro peculiarità. Crescere è un processo complesso che costringe ad affrontare numerose difficoltà, farlo con adulti in grado di ascoltare e supportare all’interno della responsabilità del ruolo rende il tutto un pizzico più facile.
Non avere paura a mostrare corpi differenti. Non siamo persone fotocopia ed ogni corpo è unico perché ogni persona è un universo singolo fatto della sua storia, radici, gusti, passioni, incroci. I corpi non devono apparire tutti uguali ed il valore di una persona non si basa sulla sua altezza, dimensione, forma, preferenza estetica, colore della pelle, dei capelli.
Avere un modello positivo cui fare riferimento. Come adulti, tutti noi siamo un modello di comportamento. Facciamo attenzione a come parliamo del nostro corpo, ai modelli che noi seguiamo e offriamo oppportunità multiple di modelli attraverso narrazioni, film, social.
Avere vari modelli di riferimento, con corpi diversi, può aiutare i bambini e i giovani a sviluppare un’immagine corporea positiva.
La perfezione non esiste. I social mostrano immagini modificate e predisposte per apparire al meglio nella loro forma estetica. è normale, tutti noi mostriamo la parte migliore di noi. I bambini e i giovani confrontano il proprio corpo con queste immagini irrealistiche, e questo può portare a un’immagine del corpo distorta. Il corpo degli adolescenti è ancora in via di sviluppo e non può assolutamente corrispondere a queste immagini ideali, nemmeno quello degli adulti. Questa discrepanza può mettere a dura prova la psiche, portare ad un abbassamento dell’autostima e, nei casi più gravi, causare depressione o disturbi alimentari. Sappiamo quanto i social possano essere una vetrina deleteria per questo serve un esercizio costante di decostruzione di certi modelli irrangiunbili perché non reali.
Qui puoi trovare il mio testo “Dalla parte dell’educazione”
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