Alluvione e bambini: come sostenerli e aiutarli emotivamente

Quando si verifica un evento naturale tragico come quello che ha colpito l’Emilia Romagna in questi giorni, tra i tanti aspetti a cui rivolgere l’attenzione rientra anche la domanda “Come affrontare la questione con i bambini e le bambine?”. 

La loro casa, scuola, l’intera comunità ruota attorno a questo fenomeno. Le alluvioni, che obbligano a lasciare la propria casa, a non avere accesso alla propria scuola, a temere ogni movimento all’interno della propria comunità generano un senso di insicurezza e vulnerabilità elevati. Occorre che sia il mondo adulto a farsi carico dei bisogni emotivi dei più piccoli così da accogliere la responsabilità che siamo chiamati a svolgere come protezione e sostegno nei confronti di bambini e bambine. 

Ho chiesto aiuto a Martina Tarlazzi, pedagogista che vive e lavora a Faenza, e conosce la situazione in prima linea, di elaborare delle indicazioni più dettagliate per gestire l’emergenza anche a fronte del ruolo di sostegno che abbiamo come adulti. 

1) Accoglienza: con voi stessi e i bambini e le bambine di cui vi prendete cura.

Sono giorni di forte fragilità per grandi e piccoli. Sicuramente in questi giorni di emergenza vedrete i bimbi più agitati (sentono le nostre preoccupazioni e i nostri discorsi sulla catastrofe purtroppo) e potrete avere reazioni più rabbiose e incontrollate soprattutto alla sera quando sarete più stanchi (avete spalato tutto il giorno e avete buttato via pezzi di vita). Tendenzialmente i bambini vorranno recuperare il tempo perso e non vorranno andare a letto o avranno più crisi preserali. Per cui accoglienza per emozioni spiacevoli, reazioni e comportamenti difficili. Davanti ad un figlio polemico o provocatorio (in questi giorni le emozioni che si nascondono sotto queste manifestazioni bambine sono paura, gelosia perché ci vedono meno e con la testa altrove o rabbia perché non si hanno più i propri giochi o spazi) non pensiamo “Ho un figlio maleducato!” ma “Ho un figlio in difficoltà”.

2) Non cedere al senso di colpa. 

La colpa può trovare spazio in diverse dimensioni. Provate a distogliere il pensiero da quel “Non gli sto dedicando attenzioni o tempo” perché  state rimettendo insieme i pezzi delle vostre vite.I bambini devono fare i conti anche con la realtà che li circonda. È importante essere autentici e sinceri.  Potete dire: “Oggi sono molto stanca perché ho pulito tanto la casa dal fango marrone. La vorrei far tornare bella e profumata il prima possibile ma la stanchezza mi fa avere poca pazienza. Quindi proviamo a lavarci i denti senza litigare”. Se cediamo a rimproveri urlati e fuori controllo assicuriamoci prima di andare a letto di chiederci scusa a vicenda.

Se avete bimbi piccoli e state con loro in casa di amici o parenti mentre altri sono fuori a spalare non pensate “Non sto facendo nulla, mi sento inutile” perché stando coi più piccoli e rispondendo alle loro molteplici domande verbali ed emotive state già facendo moltissimo. Fate con loro giochi che piacciono anche a voi per passare il tempo più facilmente.

3) Occorre che in questa vulnerabilità, se l’adulto non è in grado di essere rassicurante, chieda aiuto. 

Questo non significa menzogne e dunque ma bisogna che ci sia un adulto capace di aiutare a comprendere quanto la situazione sia comunque sotto controllo, che ci sono persone in grado di aiutarci per permetterci di ristabilire la normalità il più in fretta possibile, che non si è soli di fronte alla difficoltà. La situazione è così delicata, e questo può essere difficilissimo e quasi impossibile per chi ha perso casa e una vita intera. Per cui chiediamo aiuto a chi ci sta di fianco. Sappiamo quanto “Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio”, per cui nella responsabilità che abbiamo come adulti possiamo e dobbiamo chiedere aiuto nel trasferire questa modalità rassicurante. Conta molto non solo cosa dice l’adulto, ma anche come sa dirlo. Il tono deve essere tranquillo e l’espressione rassicurante. I bambini ‘vengono contagiati’ dallo stato d’animo con cui gli adulti affrontano l’avversità. La resilienza dell’adulto aiuta i bambini a essere resilienti. 

4) I bambini hanno bisogno della verità, non raccontiamo frottole.

Parliamo delle nostre emozioni, del dispiacere di non avere più la macchina bella che ci piaceva tanto o che siamo tristi del non poter tornare nella nostra casa, anche a noi mancano le cose di prima ma insieme ripuliremo, sistemeremo, rimetteremo a nuovo tutto quanto. Questo vuol dire adeguare le parole in base all’età ma non possiamo nascondere la realtà che vedono dalle finestre e ciò che loro in primis stanno vivendo. 

5) Mantenete con loro un dialogo incentrato sugli aspetti stabili della loro vita come gli amici della scuola o le routine.

I bambini devono continuare a giocare, esperienze che permettano loro di vivere questo tempo sospeso e interrotto come un tempo in cui il flusso della vita procede e loro possono continuare a fare squadra con gli altri. Questo significa riflettere sul fatto che il gioco, i compagni di scuola siano un fattore di protezione molto importante per la loro serenità.

6) Create un quaderno dei desideri per la nuova casa o macchina con disegni e descrizioni.

Questo potrebbe essere una buona via strategica per focalizzare le attenzioni su ciò che possiamo fare in termini di azione. Per cui utilizziamo la creatività e alimentiamo una sana dose di fiducia per ciò che avverrà. 

7) Non vergognatevi di chiedere aiuto.

La situazione è altamente complessa per tutti e tutte. Se avete modo, toglietevi i vestiti sporchi di fango prima di entrare nella stanza dove sono i bambini per poterli subito riabbracciare al vostro ritorno (il rischio è quello di dire “no, non mi abbracciare che sono tutto sporco!” ogni volta che li rivediamo). Sarebbe ideale dedicare loro subito 15 minuti di attenzione, sguardo e parole. 

8) Facciamo educazione scientifica.

A partire dai bambini della scuola dell’infanzia (dai 4-5 anni) in su possiamo concentrarci anche sugli aspetti scientifici della faccenda. In modo particolare come insegnanti si può spiegare che l’alluvione si verifica quando una grande quantità di acqua scorre troppo rapidamente e in modo incontrollato attraverso un’area. L’acqua può provenire da fiumi, laghi o dal mare. Nella maggior parte dei casi l’alluvione avviene dopo che, a causa di una pioggia torrenziale, i fiumi e i torrenti straripano e l’acqua travolge tutto ciò che c’è nei dintorni. Possiamo discutere delle cause, della cura verso il nostro pianeta, di quali azioni possiamo fare per proteggerlo, usare gli albi illustrati per fare divulgazione scientifica. Ovviamente in base all’età ma dai 4- 5 anni i bambini e le bambine hanno le capacità per intraprendere un’educazione ambientale. 

9) Per educare ci vogliono tante energie.

In questi momenti di fatica perdonate a voi stessi soluzioni educative improvvisate e ditevi: “Questo ora è il massimo che posso dare, con le forze che ho. Quando recupererò un po’ di energie la mia pazienza aumenterà”. Educare significa anche questo: fare il meglio che posso con le risorse che ho. State affrontando un’emergenza sotto tutti i fronti, procedete per gradi e ricordarvi di prendervi cura anche di voi nel grande caos dell’emergenza, con tutto ciò che comporta. Riservate per voi stessi un’alta dose di amore.

10) Non pensiamo che un albo illustrato possa sostituirci nel nostro ruolo di sostegno.

Nessun albo spiegherà quello che sta accadendo e ricordiamo che i libri sono innanzitutto delle storie, non uno stratagemma da utilizzare nel momento delicato. Non sono delle medicine da scegliere per far sparire il disagio. Se stiamo accanto ai bambini con verità, autenticità e delicatezza possiamo anzi usare le storie per far vivere a loro le avventure di cui hanno bisogno e probabilmente dovranno attendere di svolgere. Usiamo la creatività per permettere loro di conoscere la verità attraverso le parole degli adulti e di evadere attraverso gli albi illustrati. 

Fatevi contagiare dalla spontaneità e dall’incoscienza dei vostri bimbi per tornare a sognare le vostre vite ed il vostro futuro pieno di nuovi colori.

Ai bambini e alle bambine, in un tempo in cui tutto appare fragile, in cui devono lasciare le proprie cose spostarsi e in luoghi che garantiscono sicurezza, in cui l’attesa e la sospensione sono i codici temporali primari ricordiamoci di dare forma alla speranza che tutto ritorni alla normalità. Ne abbiamo tutti un gran bisogno. 

Qui puoi trovare il mio testo “Dalla parte dell’educazione”

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Annalisa Falcone
Sono un’educatrice e pedagogista. Non potrei immaginarmi a vivere felicemente senza questa meravigliosa e faticosa professione. Adoro leggere e la pedagogia è la mia passione più grande. Ho studiato e lavorato a Milano, Bologna e ad Alicante, piccolo e piacevole paese a sud della Spagna. Faccende di cuore mi hanno portato nel 2015 nell’affascinante Londra.

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