Albi illustrati per fare educazione sessuale – fascia 3-9 anni

“Come ha fatto un bambino ad entrare nella pancia della mamma?”

“Come ha fatto il seme di papà ad entrare nella pancia della mamma?”

Di fronte a queste domande, si prova spesso turbamento perché siamo cresciuti con un’idea del concepimento e dell’atto sessuale legata a qualcosa di eccessivo e quasi inspiegabile per i bambini e le bambine. Se pensiamo inoltre all’evidente tendenza di raccontare una versione della realtà storpiata e forbita di elementi fantastici riguardo l’inizio della vita, ecco creata una confusione rispetto a ciò che ci riguarda tutte e tutti: come siamo giunti su questo mondo! Come se i bambini e le bambine non fossero adeguatamente pronti, competenti ed in grado di accogliere la realtà.

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Come progettare le riunioni con i genitori al nido e alla scuola dell’infanzia

Come professioniste della cura sappiamo quanto l’alleanza con le famiglie sia una parte essenziale nei servizi educativi. Per questo anche la costruzione della fiducia, la relazione con i genitori deve essere inserita nel pensiero progettuale di ogni nido e scuola dell’infanzia. Le riunioni con le famiglie diventano così occasioni preziose di scambio, in cui il legame tra le parti si sviluppa, si rinforza e si esplicita condividendo pensieri ed emozioni. 

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Come progettare le uscite al nido e alla scuola dell’infanzia 

Quando si parla di outdoor, il contesto naturale è quello a cui si pensa abitualmente. Ambienti come i boschi, giardini e parchi riemergono dall’immaginario insieme ai loro elementi caratteristici come terra, acqua, foglie e alberi. Come si fa outdoor quando il contesto del servizio educativo non ha alla portata questi luoghi? Occorre sacrificare questa potenzialità per abitare così spazi circoscritti al nido e alla scuola dell’infanzia?

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7 motivi perché dobbiamo permettere ai bambini di giocare con le bambole

Viviamo in un contesto sociale che divide colori, professioni, talenti e giochi in maschi e femmine. Come se ci fosse una linea netta di confine in cui alla nascita si eredita la passione per il rosa o per il blu e il desiderio di giocare con le macchine o le bambole. Sono tutti stereotipi che limitano non solo il processo di conoscenza verso il mondo ma soprattutto verso se stessi. Il gioco è esplorazione, conoscenza, si apprendono tradizioni, credenze e soprattutto schemi culturali. Privando i bambini e le bambine di determinati materiali, possibilità, giochi stiamo limitando le loro possibilità di apprendimento.

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Il diritto alla privacy dei bambini e delle bambine

Nel 1989 è stata sancita la Convenzione internazionale dei diritti per l’infanzia e dell’adolescenza. Sono diritti che abbiamo bisogno di ricordare e trasformare nelle modalità operative con cui fare educazione ma dall’89 ad oggi, l’assetto sociale si è modificato e da qui anche i diritti da difendere. Dopo il diritto di giocare, esprimersi, essere protetti e difesi , ai bambini e alle bambine bisognerebbe aggiungere il santo diritto alla privacy. 

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Educare i grandi alla parità di genere

Per “parità” non si intende “adeguamento: alla norma “uomo”, bensì reale possibilità di pieno sviluppo e realizzazione per tutti gli esseri umani nella loro diversità”. Sabatini A., nel “Il sessismo nella lingua italiana”, 1987

Per quanto ci sia una parvenza superficiale ed errata di parità, il modo in cui noi adulti educhiamo bambine e bambini è nettamente differente e soprattutto discriminante. 

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La natura attraverso gli albi illustrati

Gli albi illustrati sono uno strumento di conoscenza. Tramite personaggi e storie possiamo intraprendere avventure, varcare i confini di una foresta, immergersi in fondo al mare, scoprire nuovi abiti e possibilità. Proprio una delle preziose opportunità che la letteratura ci offre riguarda la conoscenza del mondo circostante attraverso la divulgazione scientifica.  Scienza, natura, immagini e parole si uniscono per dare forma ad una modalità estetica e nozionistica di estremo valore.

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Abbiamo bisogno di una scuola democratica

In tempi in cui i muri vengono innalzati invece che demoliti, nel quale il giudizio massacrante verso il più debole è una modalità operativa standard, abbiamo un estremo bisogno che i servizi educativi e la scuola rispondano alla necessità che la costituzione conferisce loro. Non luoghi di esclusiva trasmissione del sapere ma di cura e di educazione alla cittadinanza. Significa dunque attivare quella responsabilità capace di educare i bambini e le bambine alla democrazia, dando forma ad una scuola democratica che sia parlamento alla cittadinanza. 

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La matematica non ha preferenze di genere: maschi e femmine hanno le stesse abilità

“Le ragazze non sono portate per la matematica”, “Le materie scientifiche sono per i ragazzi”. Queste convinzioni non sono solo dei pensieri stereotipati ma rappresentano la realtà se leggiamo i dati delle università italiane. Nonostante le donne siano la maggioranza in ambito universitario, la discrepanza tra studenti e studentesse in ambito scientifico è  evidente. 

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